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Il malcontento del Pd verso premier e M5s: "Ora cabina di regia"

Sondaggi in calo: «Paghiamo per lui?» Caso Inps e il ruolo ignorato di Gentiloni

Il malcontento del Pd verso premier e M5s: "Ora cabina di regia"

Il lancio Ansa è piombato ieri sulle chat dei parlamentari Pd: «Colloqui Colle-Chigi per task force ricostruzione a guida Draghi». E subito è esploso l'entusiasmo: «Mi pare una grande idea», scriveva un ex pezzo grosso dei governi di centrosinistra. «Meno male, si comincia a ragionare», sospira con sollievo un altro. Pollici alzati, applausi: poi un importante ministro interviene per gettare acqua gelida sulle speranze di vedere il governo commissariato da Mario Draghi: «Attenzione, quel lancio è un fake».

E in effetti si trattava di un falso, buttato in pasto ad un Palazzo in quarantena per chissà quali torbidi interessi. Ma il siparietto virtuale andato in scena nelle file dem la dice lunga su quali siano gli umori interni al secondo partito di governo sull'adeguatezza del premier Conte a gestire l'attuale emergenza ma, soprattutto, la tragedia economica e sociale che ne scaturirà. «Certo, ora - come tutti i leader in tutto il mondo - Conte ha i sondaggi col vento in poppa. Ma tra un paio di mesi, quando la gente uscirà di casa e inizierà ad aggirarsi tra le macerie, cosa succederà?», si chiede un senatore.

Martedì sera, al vertice di maggioranza con il premier, il vicesegretario dem Andrea Orlando ha messo sul tavolo la richiesta di una «cabina di regia» che affianchi Conte nella preparazione e gestione del dopo-quarantena. Non si tratta di sminuire il ruolo del premier, assicurano dal Nazareno, ma ad evitare «che ognuno straparli e dica la sua, creando confusione, e quindi ad irrobustire il governo». Per Zingaretti, Conte rimane un baluardo da difendere, il valore aggiunto che potrebbe rendere competitiva l'alleanza tra Pd e M5s. Quindi è intoccabile. Ma anche ai vertici dem l'irritazione verso alcuni ministri sta raggiungendo livelli di guardia: dal titolare degli Esteri Di Maio, con le sue relazioni pericolose con la Cina, che lo usa a mo' di vasellina per penetrare in Italia, alla ministra del Lavoro Catalfo che a detta di un collega Pd è «semplicemente imbarazzante e non all'altezza». Fino all'evanecescente Patuanelli, cui recentemente Orlando ha dato dell'«improvvisatore».

Sulla Catalfo si è abbattuta una dura interrogazione del capogruppo dem al Senato Marcucci, per la gestione del caos Inps, e per la difesa ad oltranza del presidente grillino dell'ente. Ma l'accusa lambisce Conte: «È incredibile che il premier si sia prestato non solo a coprire Tridico perché è un protetto di Di Maio, ma addirittura ad avallare la gravissima menzogna sugli attacchi hacker», dicono nel Pd.

Ad irritare molti ci sono anche i meriti che Conte si annette senza averli: «Stiamo cambiando il vento in Europa», si vantava a proposito del Fondo europeo anti-disoccupazione. Peccato che, ricordano i dem, il merito sia di altri: del grande lavorio diplomatico che sta svolgendo a Bruxelles Paolo Gentiloni («Mentre qui se ne parla, lui zitto zitto i bond Ue li sta facendo, trovando soluzioni e accordi», sottolinea Filippo Sensi) e di quello passato di Piercarlo Padoan: «Sono stato testimone del suo lavoro tenace e umile per uno strumento Ue contro la disoccupazione. Alcuni seminano, altri raccolgono», dice il capogruppo dem Delrio.

Ad alimentare il malessere ci sono i sondaggi, che per la prima volta da mesi danno il Pd (e non i 5 Stelle) in calo. «Conte ci toglie ossigeno», lamenta un parlamentare. Il problema, ragionano altri, è che «noi veniamo percepiti, molto più dei grillini, come partito di governo.

E man mano che le difficoltà e i malesseri sociali aumentano siamo noi a farne le spese». Fino a quando?

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