Marino firma le dimissioni e in Comune arriva la Finanza

La Gdf va a caccia delle ricevute del sindaco, che sblocca 10 milioni per il Giubileo e si costituisce parte civile per Mafia Capitale: alla prima udienza sarà in aula, tra 20 giorni non sarà in carica

Marino firma le dimissioni e in Comune arriva la Finanza

Il countdown è partito ufficialmente ieri, quando subito dopo pranzo Ignazio Marino è salito in Campidoglio per formalizzare le sue dimissioni. Salvo ripensamenti, dunque, tra venti giorni Marino non sarà più il sindaco di Roma.

Prima però si toglierà la soddisfazione di indossare la fascia tricolore in Tribunale, alla prima udienza di uno dei processi di Mafia Capitale, non quello principale che partirà soltanto il 5 novembre quando sarà ormai decaduto (e che rischia subito un brusco stop per l'agitazione degli avvocati furiosi per le modalità «eccezionali» con le quali si appresta a essere celebrato il dibattimento), ma quello contro l'ex dg di Ama Giovanni Fiscon, accusato di corruzione nell'inchiesta Mondo di Mezzo, e altri 4 imputati che come lui hanno scelto il giudizio abbreviato, fissato il prossimo 20 ottobre. Forse il suo ultimo atto da sindaco prima dell'addio definitivo, il 2 novembre. Ieri Marino ha firmato l'atto di costituzione di parte civile del Comune di Roma e ha ribadito che è sua ferma intenzione partecipare in veste ufficiale alla prima udienza del processo in cui si parlerà delle «attenzioni» di Carminati&Buzzi sulla municipalizzata dell'immondizia. Una mossa per ribadire pubblicamente l'impegno della sua giunta contro la mafia romana e contro quel mondo politico che ha sempre rivendicato di aver combattuto.

Prima di formalizzare le sue dimissioni, ieri, Marino ha partecipato a una riunione sulle priorità delle città metropolitana di Roma, perché la crisi politica in atto non influisca sul normale andamento dell'amministrazione capitolina. E ha anche firmato tre ordinanze per interventi in materia di traffico, mobilità e inquinamento, per una spesa complessiva di 10 milioni, previsti dal piano per il Giubileo. «Lavora per concludere il mandato nel migliore dei modi», spiega il presidente dell'assemblea capitolina Valeria Baglio, alla quale è toccato il compito di ricevere dalle mani del sindaco la lettera di dimissioni, che saranno effettive tra 20 giorni, senza passare per l'assemblea. Con quale stato d'animo Marino si appresta a dire addio al Campidoglio? «È amareggiato - rivela la Baglio - ma c'è anche in lui la serenità e la responsabilità di una decisione presa per il bene della città». Allo scadere del ventesimo giorno, poi, verrà sciolto il consiglio comunale e sospese tutte le cariche istituzionali. Poi arriverà un commissario nominato dal prefetto, affiancato da otto subcommissari scelti probabilmente tra gli assessori entrati in giunta nell'ultimo rimpasto di luglio.

Nel giorno delle dimissioni ufficiali in piazza del Campidoglio non c'è la folla dei giorni scorsi. Nessuna traccia dei supporter del sindaco, che non mollano e si ritrovano per un sit-in davanti alla sede del Partito democratico, né dei cittadini che invece avevano festeggiato con cori e striscioni. A fine mattinata Marino se ne va uscendo da un ingresso secondario di Palazzo Senatorio, senza rilasciare alcuna dichiarazione. E scappa quando viene intercettato da Valerio Staffelli, di Striscia la notizia , che lo insegue cercando di consegnargli il Tapiro d'Oro per essere riuscito a far arrabbiare tutti, la sinistra, la destra e pure il Papa.

Nel frattempo l'inchiesta della Procura sulle spese di rappresentanza è entrata nel vivo. Marino non è ancora indagato, ma potrebbe essere questione di giorni.

Il procuratore Giuseppe Pignatone ieri ha firmato la delega alla Finanza che ora acquisirà in Campidoglio la documentazione necessaria per accertare l'accusa di peculato ipotizzata negli esposti che hanno fatto scattare le indagini.

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