Mattarella spinge sull'intesa. Oppure parte l'"esploratore"

Il presidente si aspetta che i due aspiranti premier inizino colloqui diretti. Serve l'esecutivo per i vertici Ue di giugno

Mattarella spinge sull'intesa. Oppure parte l'"esploratore"

Terzo giro? No grazie. Piuttosto, cercasi terzo uomo, lunga esperienza e grande pazienza, disponibile orari flessibili, lavoro tempo determinato, richiesto curriculum. Servirà forse un altro Maccanico, uno Spadolini del terzo millennio, una riserva della Repubblica, un personaggio capace di trattare sotto l'ombrello del capo dello Stato togliendo un po' della pressione sui due leader, che comunque ora sembrano «più vicini» all'obbiettivo. Secondo il Quirinale il patto tra Salvini e Di Maio sta facendo passi avanti, lenti ma costanti, e oggi da loro due il presidente si aspetta delle novità concrete: se non un accordo pieno, almeno l'avvio serio di una contrattazione. Il secondo giro di consultazioni non può essere un flop come il primo: per il vertice europeo del 29 giugno, dove si parlerà di immigrazione e di bilancio della Ue, c'è bisogno di un governo in carica.

Salvini e Di Maio chiederanno altro tempo, Mattarella concederà qualche giorno e convocherà una terza serie di incontri solo quando il negoziato entrerà nel vivo. Poi, se sarà il caso, farà un appello alla responsabilità, o magari metterà davvero in pista il terzo uomo, l'esploratore. Le elezioni hanno parlato chiaro e il presidente vuole assecondare, almeno in questa prima fase, la volontà dei cittadini. Si lavora ancora quindi sullo schema Cinque stelle-Lega, più forse Forza Italia. Tutte le altre opzioni restano per ora nel cassetto.

E anche in mezzo a una settimana difficile e piena di ruvidezze, le antenne del Colle hanno captato segnali incoraggianti, confermati da qualche fatto, come l'elezione del leghista Molteni alla presidenza della Commissione speciale. La trattativa tra grillini e Carroccio viene definita come una «barca a vela al lasco» che va avanti sfruttando «una leggera brezza costante».

Ma il porto è lontano e Mattarella sta pensando come dare un'accelerata alla navigazione. Niente terzo giro. Niente pre-incarichi ai due pretendenti, nonostante l'agenzia economica americana Bloomberg scommetta su Matteo Salvini: la voce è stata lasciata lì a galleggiare, più per spaventare che come possibilità concreta. Né lui né Giggino Di Maio vogliono adesso un incarico condizionato. Si brucerebbero e basta.

Si torna quindi al terzo uomo, una carta da giocare, non subito ma la settimana prossima, se lo stallo proseguirà. Qualcuno ipotizza che in realtà potrebbe trattarsi di una terza donna, cioè Elisabetta Casellati, che in quanto presidente del Senato avrebbe i titoli istituzionali per sobbarcarsi il compito. Mattarella forse preferirebbe affidarsi a una persona con una più consistente esperienza politica, ma la Casellati, che viene da Forza Italia, potrebbe essere dal punto di vista politico il negoziatore ideale. Molto più del collega Roberto Fico.

Un tentativo di questo tipo potrebbe permettere a Salvini e Di Maio di entrare nei dettagli della trattativa, andando più a fondo della sterile contrapposizione sulla premiership. Certo, resta il macigno Berlusconi, con cui M5s non intende parlare. Resta anche il nodo dei programmi.

Il capo dello Stato è molto preoccupato degli sviluppi della situazione siriana, la guerra si avvicina e vorrebbe «chiarezza» da chi pretende di andare al governo, magari anche un impegno preciso ed esplicito a rispettare impegni e alleanze internazionali. La Nato potrebbe chiederci di intervenire, o di aprire le nostre basi: che ne pensa il filo russo Salvini?

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