Per me la cosa più bella sarebbe fare il sindaco di Milano ma non penso di poterlo fare adesso Si candidi Del Debbio

nostro inviato

a Marina di Pietrasanta (Lu)

«Mi dicono: parla bene altrimenti spaventi i moderati. Ma io questa estate ho parlato sotto l'ombrellone con una marea di moderati incazzati neri. Anzi, vengono a dirmi: sei troppo buono, noi vogliamo fare la rivoluzione. Allora forse i moderati non sono più così moderati». Matteo Salvini arriva al Caffè della Versiliana per aprire la manifestazione Controcorrente organizzata da Il Giornale e sottoporsi al fuoco di fila delle domande di Alessandro Sallusti e Salvatore Tramontano indossando una «moderata» camicia bianca. Una concessione di immagine che non stempera la vis polemica del personaggio e la ricerca del messaggio coerente e provocatorio in grado di rompere immediatamente la distanza con l'interlocutore e la platea.

Salvini si concede strette di mano e selfie , si lancia tra il pubblico - il colpo d'occhio delle presenze è impressionante - per salutare i militanti che lo acclamano. Poi salito sul palco, tenendo basso il registro vocale, affila i toni e alterna punti interrogativi, punti esclamativi e chiamate all'azione (e alla «liberazione renziana»). Una declinazione in perfetto stile salviniano di una piattaforma politica che ha ormai un obiettivo limpido e dichiarato: «I fatti? Mettetemi alla prova, non vedo l'ora, sono stufo di fare opposizione. Anzi spero di poter venire alla Versiliana l'anno prossimo da presidente del Consiglio. Fare il sindaco di Milano? Fare il sindaco della mia città sarebbe il mestiere più bello del mondo, ma in questo momento le priorità sono altre. Io non credo che Renzi arriverà al 2018».

Per raggiungere Palazzo Chigi, naturalmente, bisogna passare attraverso la costruzione di una alleanza di centrodestra. I lavori per rendere solido il rapporto con Forza Italia sono in corso da tempo, ma ci sono ancora distanze da colmare, stemperate nella comune fede calcistica. «Quando mi vedo con Berlusconi? Quando torna dalla a Russia, magari se vinciamo il derby ci vediamo subito». «Io sono disponibile a non fare tutto da solo, ma senza perdere la mia identità. Con Forza Italia siamo vicini su tante cose, ma l'Europa ci divide. Io sto con Marine Le Pen, loro con la Merkel. Io ho rispetto e stima per quello che ha fatto Berlusconi. Ad esempio in politica estera Berlusconi batte Renzi dieci a zero. Spero che si riesca a lavorare bene insieme». Salvini opera una distinzione tra il leader di Forza Italia e il personale politico del partito. «Non mi piacciono quelli che tradiscono alla prima difficoltà come è avvenuto con Berlusconi, c'è chi ha fatto fortuna grazie a lui e poi lo ha accoltellato alle spalle».

Le stoccate sono dirette verso chi, anche nel partito azzurro, continua a nutrire residue tentazioni renziane. «Renzi l' ho visto due volte per motivi istituzionali, ma mi sta cordialmente sulle scatole. Spero che Forza Italia tutta si renda conto che l'Italia non può permettersi economicamente e socialmente di perdere altro tempo. Tanta gente è rimasta a casa alle ultime elezioni anche per colpa nostra».

Se la scalata a Palazzo Marino non è al vertice delle sue priorità, Salvini non rinuncia certo a investire tutte le energie possibili per individuare un candidato competitivo per Milano. «Spero che il centrodestra individui un uomo all'altezza, penso a uno che non è nato troppo lontano da qui». Sallusti «decodifica» il messaggio: «Magari un certo Paolo Del Debbio?». E il segretario leghista pronto di rimando: «Ecco, visto che domani sarà qui su questo palco posso chiedervi di non farlo alzare da qui prima di avergli fatto prendere un impegno pubblico a fare il sindaco di Milano?». L'applauso e la risposta della platea hanno il suono della promessa.

Salvini non mostra alcun timore per il tentativo di Opa di Matteo Renzi sull'elettorato di centrodestra. «La gente la freghi una volta, non due. Se ci ricompattiamo su un programma intelligente e normale possiamo andare a riprenderci a uno a uno i voti che abbiamo perso. Per un anno intero Renzi l'ha menata con gli 80 euro, adesso per un altro anno andremo avanti con la tassa sulla prima casa, dopo aver detto fino all'altroieri che era una cavolata toglierla, visto che sono loro ad averla reintrodotta. Non dobbiamo pensare a Renzi, possiamo vincere a prescindere da quello che fa e dice lui». Sui suoi duelli verbali, Salvini non ha intenzione di abbassare la guardia. «Sarò più elegante possibile ma non smorzerò di una virgola i miei contenuti. Se Renzi proietta alle sue spalle la foto di un bimbo morto in spiaggia per la sua convenienza politica, allora io gli do del verme».

Se «l'altro Matteo» non è nel cuore di Salvini, ancor meno lo è Angelino Alfano. «Oggi ha ufficializzato che andrà nel centrosinistra? Voi che ne pensate?» dice rivolgendosi alla platea. La risposta è secca: «Meno male», è l'urlo che arriva dal pubblico. «Io mi chiedo: ma qualcuno può pensare che uno che fa il ministro con Renzi possa stare nel centrodestra? Dentro Ncd c'è gente in gamba, ma non possiamo trasformarci in un autobus da cui si scende e si sale».

Salvini non fa sconti neppure quando viene sollecitato a spiegare i suoi attacchi a Papa Francesco. Sallusti gli ricorda che «anche il Pci si era sempre fermato alla porta di San Pietro» nello sferrare i suoi attacchi. Il leader leghista argomenta aggrappandosi al dovere della coerenza. «Quello che dico e faccio non lo faccio per calcolo. Rispetto il Santo Padre, ma se la tua prima missione la fai a Lampedusa per me c'è un problema, se mi dici che farai una grande amnistia per Giubileo, io la penso in maniera esattamente contraria. Perdo voti? Io sono l'ultimo dei cattolici peccatori. Posso dire, però, che mi chiamano uomini di Chiesa dicendo noi non possiamo alzare la voce ma voi dovete tenere duro». Ribaltando la sua consueta gerarchia di priorità politiche, l'ultimo pensiero è per l'emergenza immigrazione.

«Ci sono tanti sindaci del Pd che sono preoccupati. Magari il Pd non li ricandida, li ricandido io. Ci sono tanti immigrati iscritti alla Lega. L'immigrato arrivato qui regolarmente è mio fratello, è esattamente come me.

E io sarei anche disponibile ad accogliere un migrante che spalla dalla guerra a casa mia, ma non ho i villoni di altri fenomeni milionari molto bravi a parlare. I cantanti da J-Ax a Fedez mi contestano? Ma pensassero a cantare...».

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