Ennio Doris, patron del gruppo Mediolanum, se l'aspettava: oggi l'Istat ha rivisto il Pil del terzo trimestre in negativo: da crescita zero, il dato provvisorio si è trasformato in -0,1%. Che segnale è?
«Non mi meraviglia. Me l'aspettavo perché da quando è stata resa nota questa manovra finanziaria abbiamo assistito ad alcune reazioni molto preoccupanti. E non mi riferisco solo al rialzo dei tassi e dello spread; o all'allarme sul maggior costo che avremo per finanziare il debito pubblico; e nemmeno ai problemi per le imprese che si finanziano sul mercato. Tutto vero e grave. Ma il danno peggiore è un altro ancora».
Ci dica.
«È che le preoccupazioni si sono trasferite su risparmiatori e consumatori. Noi, in Banca Mediolanum, abbiamo una finestra privilegiata sui risparmiatori, che sono i nostri clienti, li conosciamo bene. Abbiamo capito subito che cominciavano a essere molto preoccupati. E dal momento che risparmiatori e consumatori sono i due lati della stessa medaglia, abbiamo intuito che i consumi si sarebbero presto contratti. Indebolendo il Pil. Ed è un effetto naturale: in un mondo globalizzato non circolano solo le merci e le persone, ma anche gli stati d'animo».
Quindi la manovra non è espansiva.
«Il punto è che quando il governo dice che mette otto miliardi di soldi pubblici al servizio del reddito di cittadinanza, si rivolge solamente ad una parte minoritaria di italiani. Ma è evidente che la grande massa di chi risparmia e consuma si allarma e tira i remi in barca, neutralizzando di fatto la manovra».
E le imprese?
«Idem: lo stesso allarme arriva anche alle imprese, che si fermano, rallentano o sospendono gli investimenti. In altri termini la manovra ha generato comportamenti recessivi su consumatori e imprese. E il Pil si è fermato subito».
E per i prossimi mesi? Come la vede?
«Non vedo come i prossimi 2-3 trimestri possano essere positivi. Bisognerebbe essere molto ma molto ottimisti».
Tecnicamente sta prevedendo una recessione: bastano due trimestri negativi per poterla certificare.
«Guardi, il Fondo Monetario dice che nel 2019 il Pil italiano crescerà dell'1%: auguri. Ripeto: registrando gli umori che sento andando in giro, mi aspetto prossimi trimestri fermi o negativi. Se nei primi mesi del 2019 arrivasse un +0,1% sarebbe già straordinario».
Ci dica Doris: lei è sempre stato un inguaribile ottimista. Come facciamo a esserlo di fronte a una prospettiva come questa, addirittura una mini recessione?
«Bisogna essere ottimisti nella convinzione che gli attuali partiti di governo presto dovranno cambiare idea. Anche perché o cambiano idea, o la cambierà l'elettorato».
Per ora non sembra, però.
«Nel breve periodo può giovare dare la colpa all'Europa o ai governi precedenti. Ma presto verrà fuori che siamo nella logica del piove, governo ladro. E il governo dovrà prenderne atto e girare pagina. Chi ha delle responsabilità, di fronte a una situazione economica insostenibile e pericolosa dovrà rendersene conto».
A quei risparmiatori preoccupati se non impauriti di cui ci ha parlato cosa è meglio consigliare per periodi di instabilità come questi?
«Il consiglio che posso dare è ricordare loro che le crisi sono dei grandi momenti per approfittare delle opportunità di acquisto. Perché prima o poi le cose cambiano di nuovo in meglio».
Anche se è l'intero pianeta che sta rallentando. L'intera economia mondiale.
«Sì, ma è sempre positiva.
le previsioni del Pil mondiale erano 3,9%, poi sono scese a 3,7. Ora sono a 3,5%: significa sempre crescita. Ricordiamoci che i due terzi della popolazione mondiale sta lavorando e investendo: è una cosa che nessuno sarà mai in grado di fermare».
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