Cronache

Milano, dove un "buco" costa 2 euro

Viaggio tra le sterpaglie e i viadotti dell'ultimo mercatino della droga. Aperto dalle 7:30 a mezzanotte: c'è sempre la coda

Milano, dove un "buco" costa 2 euro

Milano - «Mettetevi in coda, se no vi passano davanti». Il vecchio tossicomane ne ha viste di tutti i colori, si è «fatto», ha smesso di farsi, ha ripreso. E adesso accompagna i cronisti come una guida tra le sterpaglie e i viadotti che portano all'ultimo mercatino della droga aperto a Milano, dopo le irruzioni della polizia che hanno messo a soqquadro il «boschetto» di Rogoredo. Il banchetto si è spostato di cinquecento metri, oltre il deposito delle Fs, a ridosso del tunnel dell'Alta velocità sotto il raccordo della tangenziale. Alle dieci c'è già la coda. Il flusso è continuo, comincia alle sette e mezza del mattino e va avanti fino a mezzanotte.

«Io avevo smesso di farmi di eroina. Ma quando ho saputo che qui con due euro ti danno una dose, ho ricominciato». Vero? Vero. Basta mettersi in fila dietro di lui, che compra «cinque di bianca e due di roba». E chiedere allo spacciatore: «Cinque di roba». Il pusher non fa un piega. Tira fuori, pesa sul bilancino, incassa, consegna. La «spada», la siringa, è in omaggio. In coda, rottami umani e facce comuni. Un ragazzo ha una tale «scimmia» che andando via dimentica lo zaino. Un altro ha il trench e la borsa da pc. L'eroina è tornata, in grande stile, dopo i decenni delle droghe «sociali», quelle che rendono brillanti, che annegano la fatica nello sballo del sabato sera. Le facce stralunate e i denti marci dei disperati che negli anni Ottanta riempivano le strade elemosinando e crepando a mucchi (a Milano si era arrivati a più di cento morti all'anno) sembravano un lontano ricordo; l'eroina che ancora circolava veniva sniffata o fumata, per evitare il contagio da siringa e per sfumarne gli effetti. Invece il «buco» è ricomparso, e i furgoni dell'obitorio sono tornati a raccogliere i cadaveri. Sei a Milano, dall'inizio dell'anno, quelli censiti solo dalle Volanti. Il più vecchio aveva 52 anni, la più giovane 36. Per adesso ad andarsene sono soprattutto i veterani, quelli logorati da anni di dipendenza. Ma basta guardare nel vuoto degli occhi i giovani zombie che aspettano il proprio turno sotto la tangenziale per capire che presto toccherà a loro.

È un ritorno in grande stile, che riguarda tutta Italia e che le statistiche della presidenza del Consiglio riassumono in cifre: 17mila studenti delle superiori che ammettono di usare eroina più di dieci volte al mese, spesso comprata a scuola: e il dato è quasi raddoppiato in un anno. La pioggia di eroina che sbarca in Italia segue mille rotte, quasi sempre passando per le mani della mafia albanese ma poi frantumandosi in vie e corrieri diversi: il carico più grosso sequestrato quest'anno in Italia lo trova la Finanza a Como nella macchina di un albanese, 32 chili. Ma a Fiumicino fermano un pakistano passato da Dubai, a Foggia un italiano, a Roma un afghano proveniente dal Pakistan, tutti con decine di chili. «Prepariamoci - avverte Pietro Farneti, che a Milano dirige un centro all'avanguardia nella lotta alle dipendenze - a rivedere i disperati che rubano per comprarsi la dose, come trent'anni fa». Chi lo ha deciso, chi l'ha voluto? «Queste cose non accadono per caso - spiega Farneti - Il mercato si rinnova di prodotti, i trafficanti ragionano come una multinazionale che inventa le nuove merendine studiando i consumatori». Le multinazionali della droga hanno deciso che per l'eroina a basso prezzo c'è un mercato. Un boom pianificato, insomma. E d'altronde le tracce di Emiliano Bellini, un corriere romano catturato al confine tra Grecia e Turchia con quaranta chili di eroina, portavano ai piani alti dei clan della camorra. Milano, oggi come un tempo, è la principale piazza di spaccio: lo raccontano bene le carte di identità dei ragazzi che la polizia intruppa quando fa irruzione a Rogoredo, a novembre dell'anno scorso: provengono da quasi tutto il Nord Italia. E in città non c'è solo Rogoredo: da viale Monza al Parco Lambro, da viale Espinasse a via Anselmo da Baggio fino ai Bastioni di Porta Venezia, i punti di spaccio di eroina funzionano praticamente alla luce del sole. Vicino a via Amadeo, si dice, la «roba» si compra al bar.

E così eccoci qui, alle dieci di un luminoso mattino di ottobre, in coda al banchetto sotto la tangenziale con i cinque euro in mano. Intorno, tra gli sterpi e i pilastri di cemento, ragazzi che sembrano fantasmi, raggomitolati su se stessi. Protetto dallo steccato in cemento della ferrovia come un cassiere dietro il vetro blindato, il pusher arabo - pulito, lucido - si stupisce appena: «A voi non vi ho mai visto...». Ma poi incarta la polvere grigiastra. Le analisi diranno che in quel quarto di grammo c'è il 9,4 per cento di eroina, insieme a un miscuglio di eccipienti innocui. Negli anni dell'ecatombe, la «roba» venduta a Milano superava il 30 per cento di purezza. Significa che il marketing dei narcotrafficanti oggi si muove secondo una strategia precisa: rimettere sulle piazze eroina leggera e a basso prezzo, allargare la platea dei consumatori, portarli alla dipendenza passo per passo. Non serve troppa fantasia per capire quale sarà la prossima mossa: alzare la percentuale di principio attivo e i prezzi, tornare a fare i miliardi come negli anni ruggenti.

Se le strade di Milano e del resto d'Italia torneranno a riempirsi di disperati in crisi d'astinenza, pronti a tutto per una dose, non si potrà dire che le avvisaglie non c'erano state.

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