Simone Finotti
Buone notizie dal fronte scuola, ed era ora. Oltre alla scuola dei luoghi comuni, dei cattivi maestri e dei pessimi allievi, ce n'è anche una capace di ripensarsi e guardare al futuro in modo intelligente, innovativo e costruttivo. Gli studenti di oggi non sono più quelli di un tempo, e non per forza sono cambiati in peggio: sono semplicemente diversi, abituati fin da subito a convivere - e apprendere - con una tecnologia che troppo spesso è guardata con diffidenza. Non dappertutto però: in questo gli alunni della scuola primaria «Kennedy» di Bresso (area metropolitana milanese) sono molto fortunati. Addirittura i più fortunati d'Europa: nei giorni scorsi è stata inaugurata con grande entusiasmo, presso il loro istituto, la prima aula europea interamente dedicata alla Mvr, Mixed Virtual Reality. In pratica la Lim (lavagna interattiva multimediale) presente in classe è stata messa in grado di interagire con la realtà virtuale, nuova frontiera dell'apprendimento immersivo. Un salto nel futuro, ma anche un modo per educare all'uso consapevole delle tecnologie e riflettere sui processi di apprendimento.
«Grazie alla collaborazione con il Comitato genitori - spiega Emanuela Salamina, insegnante responsabile per le nuove tecnologie e vera pioniera nel campo (se ne occupa dai tempi del Dos, profondi anni Ottanta) - gli alunni potranno abbinare, per le materie di studio e le discipline artistiche, l'insegnamento tradizionale con quello della Realtà Virtuale Mixata. Basta indossare un visore e ci si trova catapultati in un mondo che, fino a ieri, si poteva solo immaginare sfogliando le pagine dei sussidiari. Gli ambienti di Vr sono realizzati sia a partire da panoramiche reali riprese a 360° mediante apposita fotocamera, sia da ricostruzioni digitali su basi storiche e geografiche. Dalla scoperta dell'anatomia alla visita negli ambienti geografici terrestri, dalla visita dei musei fino a Machu Picchu, dalla pittura digitale all'osservazione dell'universo, i bambini possono provare un'esperienza unica ampliando le conoscenze e partecipando attivamente ai processi di apprendimento attraverso una tecnica digitale innovativa che coinvolge tutti gli alunni, divertendoli e dando una gran mano soprattutto a quelli con fragilità e disturbi specifici dell'apprendimento. Il bimbo può esplorare e imparare anche grazie ad appositi hotspot dislocati in punti di interesse. Ma soprattutto interagire: ad esempio dipingere tutto intorno dando forma e vita ai colori con i programmi di pittura, entrare nel corpo umano, esplorare gli alveoli polmonari, girare la testa e vedere uno stambecco che spunta da una rupe o la galassia in tutto il suo splendore.
Il progetto, e non è secondario, è un esempio virtuoso di collaborazione fra docenti e famiglie, come sottolinea la dirigente scolastica Maria Angela Mollica: «Prima di tutto dobbiamo ringraziare i genitori, grazie al cui sostegno abbiamo potuto realizzare tutto questo».
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