Minaccia Trump. Berlino "testa" una Nato senza America

I politici tedeschi, in vista della possibilità che Donald Trump ritorni presidente degli Stati Uniti nelle elezioni di novembre, hanno avviato una discussione informale sulle prospettive di una Nato senza gli Stati Uniti come leader

Minaccia Trump. Berlino "testa" una Nato senza America
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I politici tedeschi, in vista della possibilità che Donald Trump ritorni presidente degli Stati Uniti nelle elezioni di novembre, hanno avviato una discussione informale sulle prospettive di una Nato senza gli Stati Uniti come leader, scrive il New York Times. Trump ha ripetutamente affermato che gli Stati Uniti stanno investendo troppi sforzi e denaro nell'Alleanza atlantica e ha persino minacciato di ritirare il suo Paese.

Tanto che alla fine della sua presidenza, il presidente francese Emmanuel Macron era arrivato a definire la Nato sull'Economist «braindead», cioè cerebralmente morta.

I politici tedeschi temono che, se eletto per un nuovo mandato presidenziale, Trump tenterà di mettere in atto questa minaccia. Ora, osserva il New York Times, la Germania è al secondo posto dopo gli Stati Uniti in termini di assistenza all'Ucraina. Dato che gli Stati Uniti non sono in grado di approvare un bilancio che includa gli aiuti militari all'Ucraina a partire dalla fine del 2023, la Germania ha quasi raddoppiato la sua spesa per questa voce portandola a 8,5 miliardi di dollari all'anno.

Il Nyt vede in questa discussione i segni di una «sorprendente svolta di pensiero», sottolineando che già nel 2023 la Nato parlava di nuova unità e nuovi obiettivi comuni sullo sfondo di un'invasione russa su vasta scala dell'Ucraina.

Su questo punto anche Bruno Kahl, capo dell'intelligence esterna Bnd, è stato estremamente esplicito la scorsa settimana: «Se l'Ucraina sarà costretta ad arrendersi, ciò non accontenterà la sete di potere della Russia. Se l'Occidente non dimostrerà una chiara capacità di difendersi, per Putin non ci saranno più ragioni per non attaccare la Nato». Venerdì Scholz è atteso a Washington da Joe Biden, il presidente che ha fortemente ripristinato la partnership occidentale dopo il terremoto Trump ma che potrebbe essere costretto a lasciare a fine anno.

I temi sul tavolo sono delicati e c'è il nodo dell'incongruenza tedesca sul tema degli aiuti. Se da un lato Scholz tende la mano a Kiev, dall'altro è riluttante nel concedere agli ucraini i missili a lungo raggio Taurus, chiesti da mesi da Zelensky.

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