"Al ministro toccava un alloggio più piccolo"

Il predecessore La Russa: scelta inopportuna

"Al ministro toccava un alloggio più piccolo"

Ignazio La Russa, avvocato, vicepresidente del Senato, esponente di Fdi, ministro della Difesa nel Berlusconi IV, racconta la sua esperienza: «Ero in affitto in zona Prati e avrei avuto diritto all'appartamento a disposizione del ministro, che è un bell'appartamento di meno di cento metri quadrati vicino al Colosseo, ma alla fine ho preferito rimanere a casa mia».

Come mai ha preso questa decisione?

«Sono andato a visitarlo nei primissimi giorni da ministro. Il ministro precedente, che legittimamente lo abitava, lo aveva già restituito. Io ho preferito non traslocare come molti ministri che abitano a Roma, anche se era un bell'appartamento. Ho pensato che non ci fossero ragioni particolari per cui un ministro dovesse avere un appartamento diverso».

L'ex ministro Trenta spiega che è per ragioni di sicurezza e riservatezza che ha chiesto l'alloggio in san Giovanni in Laterano.

«Premesso che non ho molto piacere di occuparmi di un ministro della Difesa perché da ex non mi sembra elegante, quando avevo bisogno di fare incontri riservati, li facevo al ministero della Difesa, con le misure di riservatezza che le Forze Armate sono in grado di assicurare».

Ma la Trenta ha sbagliato a chiedere l'assegnazione di quell'alloggio o ha sbagliato perché è poi subentrato il marito?

«Forse era lecito chiedere un appartamento più grande, come ha fatto lei non accettando l'appartamento al Colosseo. Di sicuro è stato poco opportuno il passaggio dell'appartamento al marito: per i militari so che c'è una graduatoria interminabile. Non so se sia reato ma c'è stata una certa leggerezza. Non è una storia edificante ma non è il suo atto più grave».

E quale ritiene l'atto più grave?

«Ho avuto buoni rapporti con tutti miei predecessori e successori alla Difesa, con l'eccezione della Trenta. Contro di lei ho fatto un intervento in aula quando decise di intitolare la manifestazione del 2 giugno all'accoglienza, cercando di polemizzare con Salvini e gli alleati sovranisti».

Solleva anche lei il tema dei privilegi della casta?

«La Trenta non è un politico e secondo me è un errore assegnare il ministero della Difesa a chi non lo è. Anche un militare non è indicatissimo, perché è abituato a prendere ordini. Invece con esperienza e un partito alle spalle, puoi permetterti scontri come il mio con Tremonti per difendere le prerogative delle Forze armate».

Quale sarebbe la morale della storia?

«La casta non esiste,

esistono persone che sbagliano. Di fronte alla casa tutti commettono leggerezze. È peggio per chi predica bene e razzola male e la Trenta è stata scelta da chi, come M5s, fa della lotta ai privilegi la sua ragion d'essere».

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