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Migranti, l'obiettivo di Minniti: "Chiudere i centri d'accoglienza"

Il ministro dell'Interno: "Distribuire i profughi sul territorio". E rilancia sullo ius soli: "Va approvato subito senza modifiche"

Migranti, l'obiettivo di Minniti: "Chiudere i centri d'accoglienza"

Il ministro dell'Interno Marco Minniti torna alla carica sullo ius soli. "Lo dico con nettezza: credo che si debba fare di tutto per approvarla, anche così com'è, in questa legislatura. Più difficile sarebbe correggerla, perché si accorcerebbero i tempi parlamentari per approvarla".

Pur senza aderire come il collega di governo Delrio allo sciopero della fame a staffetta, il titolare del Viminale chiede di portare al voto finale in questa legislatura anche senza maggioranza certa la legge sul riconoscimento dello ius soli per i figli di stranieri nati in Italia. "In generale", afferma Minniti in un forum con la redazione di Avvenire, "sarebbe bene che la maggioranza resti unita. Tuttavia, una questione di principio così rilevante, su cui io mi sento personalmente impegnato, interpella il Parlamento e la coscienza di ogni singolo parlamentare. La Costituzione, proprio per lasciare libertà su temi alti come questo, non prevede il vincolo di mandato. E io ritengo che su questo disegno di legge ognuno, come gruppo politico e individualmente, debba assumersi le proprie responsabilità. In più, aggiungo, lo ius soli ha a che fare col tema dell'integrazione".

In merito all'immigrazione, il ministro poi ha dichiarato: "L'obiettivo è l' accoglienza diffusa e la chiusura, auspico in tempi brevi, dei grandi centri di accoglienza dei migranti. Bisogna rispettare il diritto di chi accoglie e di chi è accolto, secondo cui sul tema dell'integrazione si giocherà il futuro delle comunità del mondo nei prossimi 15 anni. Il paese che integra meglio è quello che si costruisce il futuro più sicuro. L'integrazione è un elemento cruciale per le politiche della sicurezza.

I grandi centri di accoglienza per quanto ci si possa sforzare di gestirli nel migliore dei modi non possono essere la via maestra per l'integrazione".

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