Un «conflitto interiore». Così monsignor Alberto Capella, consigliere di nunziatura a Washington, ha descritto il suo stato nella prima udienza del processo che in Vaticano dovrà accertare le responsabilità per i gravissimi reati commessi attraverso il suo pc, per i quali rischia tre anni di carcere, con l'aggravante dell'ingente quantità che raddoppierebbe la pena. Nel materiale pornografico acquisito, tra gli Stati Uniti e il Vaticano, ci sono tra i 40 e i 55 elementi che riguardano minorenni, tra foto, video e shotacon (fumetti manga). Tra questi, anche un video che riprende un bambino molto piccolo in «atteggiamenti sessuali espliciti».
Capella ha ammesso le sue responsabilità: «Provavo un senso di vuoto e inutilità», ha raccontato in aula. «Ho sbagliato a sottovalutare la crisi». Il diplomatico vaticano agiva attraverso un profilo Tumblr aperto ad aprile 2016, prima di essere trasferito negli Stati Uniti, a giugno dello stesso anno.
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