Moschea di Pisa, banchetti in piazza più di mille hanno già detto "no"

Il minareto contestato dai pisani

Moschea di Pisa, banchetti in piazza più di mille hanno già detto "no"

Roma - Pisa dice «no» alla realizzazione di una moschea a poche centinaia di metri dalla torre pendente. Ieri mattina i pisani sono arrivati in massa al mercato cittadino, dove il comitato «No moschea» aveva allestito un banchetto per la raccolta delle firme necessarie a indire il referendum consultivo per decidere se la struttura dedicata alla preghiera dei musulmani si debba costruire o meno. «In poche ore - spiega il presidente del comitato, Luca Cuccu - abbiamo raccolto quasi quattrocento firme, anche se il calcolo esatto lo avremo lunedì. Ci auguriamo che chi non ha ancora aderito possa darci una mano. A Pisa non vogliamo la moschea e lo ribadiamo a gran voce. Il sindaco Marco Filippeschi, che noi definiamo il portavoce dell'imam locale, se ne faccia una ragione».

Per adesso i pisani che hanno dato il loro contributo alla petizione sono circa 1.200. L'obiettivo delle 1.800 firme, la cui raccolta dovrà terminare il 22 agosto, è quindi sempre più vicino. Ma c'è di più: qualora si riuscisse a raggiungere la soglia prevista e si andasse al referendum, con ogni probabilità vincerebbe il «no». Il consigliere comunale di Firenze Mario Ranzanelli (Forza Italia), ha infatti pagato di tasca propria un sondaggio, commissionato a Mannheimer, da cui risulta che oltre il 57 per cento dei residenti si oppone alla realizzazione dell'opera. Sono, invece, il 27 per cento i cittadini favorevoli, mentre la restante parte è indecisa. «Ho commissionato anche un altro sondaggio - spiega Ranzanelli - sull'immigrazione e sulla politica dell'accoglienza del governo Renzi e oltre il 70 per cento degli italiani la boccia».

Intanto, per il prossimo 14 agosto, è previsto a Pisa, probabilmente nella zona a mare, un comizio in piazza a cui prenderanno parte il giornalista Magdi Allam e altri cronisti che hanno dato il loro supporto alla causa. «Consideriamo che il presidente francese Hollande - spiega Allam -, che governa il Paese più colpito dagli attacchi terroristici, ha fatto chiudere le moschee violente, ma anche che, dopo che lo scorso anno a Sousse furono massacrati 45 turisti, il governo tunisino ho ordinato la chiusura di 80 moschee definendole covi del terrorismo. A Genova, poi, sono stati fermati 3 imam di altrettante moschee, di cui si teme la collusione del terrorismo islamico globalizzato.

Le moschee in Italia sono finanziate principalmente dal Qatar, maggior finanziatore dei fratelli musulmani, dall'Arabia saudita, che ha promosso il radicalismo wahabita e dalla Turchia di Erdogan: non è possibile che nello Stivale si continui a operare come fossimo più islamici degli islamici stessi, ritenendo che le moschee debbano essere costruite costi quel che costi».

Date e luoghi di raccolta delle firme sono reperibili sulla pagina Facebook comitato #nomoschea Pisa.

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