Tra multe e stranieri, ecco perché Sala non è uguale a Parisi

In tanti hanno detto che fra i due non ci sono grandi differenze. Falso. Mister Expo sarà controllato dal Pd locale e da Renzi, il candidato del centrodestra ha il programma giusto per imprese e famiglie

Tra multe e stranieri, ecco perché Sala non è uguale a Parisi

F inalmente archiviata la mielosa retorica da Festa della Repubblica, giornali e politici toccheranno oggi con mano la dura realtà di un elettorato lontano dai Palazzi. Perché in tanti saranno pronti a rinunciare al voto.

Sarà bene, invece, andare ai seggi. Perché secondo un vecchio precetto, se non siamo noi a occuparci della politica sarà comunque la politica a occuparsi di noi. E questo non è bello. Anche perché a Milano in tanti hanno cercato di spiegarci che i due candidati sono piuttosto uguali. Manager quello del centrodestra Stefano Parisi e manager quello del centrosinistra Giuseppe Sala, entrambi pescati dalla cosiddetta società civile.

E invece sono assolutamente diversi e non solo perché Parisi ha passato quindici anni a Palazzo Chigi con politici del calibro di De Michelis, Amato, Ciampi, Berlusconi e poi è stato al vertice di Confindustria. Ma anche perché ha promesso di riportare le tasse al livello dell'amministrazione Moratti, dopo che la gestione Pisapia le ha più che raddoppiate. Solo una promessa? Almeno una promessa, visto che Sala si affiderà a Francesca Balzani, l'assessore del record dei balzelli che hanno segnato un più 130 per cento. E forse oltre. Così come va deciso se affidarsi di nuovo a chi ha portato le multe al livello intollerabile di 400 milioni di euro all'anno. E sarà difficile che un uomo di Renzi come Sala possa dire al governo che è una vergogna che il 30 per cento delle tasse locali finiscano a Roma.

Ma non solo, perché Mr Expo ha anche detto che con lui l'accoglienza sarà una priorità, mentre Parisi ha detto che a Milano non c'è più posto per gli extracomunitari irregolari. Ma anche che alle famiglie che si occupano di anziani, malati cronici, portatori di handicap e il sempre maggior numero di disoccupati andranno tolte le addizionali comunali. Misura ben più urgente quella messa nel programma da Parisi, rispetto al registro delle coppie di fatto e dei matrimoni gay che tanto piacciono a Pisapia e all'assessore Pierfrancesco Majorino. Sì perché se a vincere sarà Sala, l'uomo forte della giunta sarà proprio Majorino. Persona rispettabile ma con una visione di Milano ben chiara. E piuttosto sinistra. Con un Pd che mette in lista donne velate, alla faccia del rispetto della donna e con rapporti non così chiari con organizzazioni discusse come i Fratelli musulmani.

Difficile perciò dire che i due sono interscambiabili. Anche perché Sala ha promesso di riportare a Palazzo Marino proprio Pisapia, mentre con Parisi ci arriverà un Gabriele Albertini sempre più rimpianto. Saranno i milanesi a decidere chi preferiscono.

E allora forse è meglio dimenticare per un attimo la rabbia che si ha verso la politica e scegliere il destino di Milano. Almeno nei prossimi cinque anni. Che potrebbero diventare infinitamente più lunghi dei cinque minuti che servono per votare.

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