Musulmana si converte e sposa cristiano Pakistan, gli islamici preparano la rivolta

Timori nella comunità protestante: "Potrebbero dar fuoco alle nostre case"

Musulmana si converte e sposa  cristiano  Pakistan, gli islamici preparano la rivolta

In Pakistan una donna musulmana non solo ha osato convertirsi al cristianesimo, ma è pure convolata a nozze con il pastore che l'ha portata sulla strada di Gesù. E adesso la vendetta degli estremisti islamici potrebbe abbattersi sulla comunità cristiana di Jhelum nel Punjab pachistano. «Oltre trecento famiglie hanno già abbandonato il quartiere West colony rivela Hakeem Yousaf Feroze dal Pakistan perché temevano un attacco da parte dei musulmani. La situazione è tesa essendo giunta voce che i musulmani potrebbero dar fuoco alle nostre case dopo la preghiera del venerdì». La denuncia arriva dall'associazione Pontificia, Aiuto alla chiesa che soffre, che si batte contro la persecuzione dei cristiani.

La giovane pachistana di fede islamica si è convertita domenica scorsa. E subito dopo ha sposato il pastore protestante Nadeem Joseph a Sarae-e-Alamghir vicino a Jhelum.

«Abbiamo paura dichiara Feroze, che vive nel quartiere cristiano a rischio rappresaglia . Nessuno esce di casa neanche per comprare il latte e i nostri figli, che in questi giorni avevano gli esami, non possono nemmeno andare a scuola». L'Islam duro e puro punisce con la morte la conversione a un'altra fede cominciando da quella dei «crociati». La notizia più grave è che una delegazione di imam si sarebbe recata nei giorni scorsi nel locale commissariato per invitare gli agenti a non intervenire. Aiuto alla chiesa che soffre denuncia in un comunicato che i cattivi maestri avrebbero dichiarato «l'intento di esortare i propri fedeli ad incendiare le abitazioni cristiane». E lo vorrebbero fare oggi dai pulpiti delle moschee durante la preghiera del venerdì. Shahid Mobeen, docente alla Pontificia Università Lateranense, sottolinea: «Non sarebbe la prima volta che gli agenti si limitano a fare da spettatori a massacri anti cristiani».

Per timore di rappresaglie il governo ha inviato nella cittadina unità di ranger in rinforzo. La crisi religiosa è seguita da vicino dal ministro federale per i diritti umani, il cristiano Kamran Michael e dal responsabile per i diritti umani e le minoranze del Punjab, il cattolico Tahir Khalil Sindhu. Quest'ultimo fa parte del collegio difensivo di Asia Bibi, la cristiana da anni nel braccio della morte per blasfemia. Sindhu si recherà oggi a Jhelum per evitare l'annunciata rappresaglia.

La vicenda si è aggravata con l'accusa di blasfemia, probabilmente pretestuosa, rivolta al pastore Nadeem, che ha convertito e sposato la donna pachistana. Un suo presunto amico, Yasir Bashir, sostiene di aver ricevuto dal pastore cristiano un messaggio via WhatsApp dal contenuto blasfemo.

Nadeem si era dileguato per evitare ritorsioni, ma poi ha deciso di consegnarsi alla polizia non avendo fatto nulla di male. Il ministro Sindhu assicura: «Verificheremo le accuse. I casi di blasfemia sono tanti e pure quelli di altro tipo. Mercoledì ho parlato con un'adolescente cattolica di 13 anni, disabile, stuprata da un musulmano». FBil

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