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Nanni Moretti: "Il Pd ha sbagliato. Avrebbe dovuto varare lo ius soli"

Ospite di Fabio Fazio nel salotto di Che tempo che fa per la presentazione del suo nuovo film, il regista romano ha parlato anche del Partito democratico, accusandolo di non avere fatto abbastanza per introdurre in Italia lo ius soli

Nanni Moretti: "Il Pd ha sbagliato. Avrebbe dovuto varare lo ius soli"

Dopo l'attacco a Matteo Salvini, a cui il leader leghista aveva risposto non ironia ("È tornato il regista radical-chic che mi affianca a un dittatore sanguinario"), Nanni Moretti torna all'attacco. Non tanto del vicepremier, quando degli amici-nemici del Pd. Amici perché, nel salotto di Fabio Fazio, il regista romano si dichiara "Uno dei loro pochi elettori fedeli". Nemici in quanto accusati di non avere fatto abbastanza, nel recente passato, per dare la cittadinanza italiana ai figli degli immigrati: il cosiddetto ius soli.

"È stato molto brutto negli anni scorsi vedere il Partito Democratico non fare quella battaglia giusta, di civiltà, quella battaglia umana per la riforma di cittadinanza, il cosiddetto ius soli per dare la cittadinanza a bambini nati in Italia oppure che hanno fatto cinque anni di studi. Sono bambini, ragazzi italiani che parlano italiano, ma non solo, parlano anche i nostri dialetti. In questo modo non gli dai un'identità", ha spiegato Moretti, prima di confermare il suo rapporto odi et amo con i dirigenti dem. "Tu mi dirai, ma perché ti accalori tanto? Siccome sono rimasto uno dei pochi elettori fedeli al Pd e allora mi incazzo", ha ammesso il regista. Che qualche giorno fa, sul Venerdì di Repubblica, aveva tirato una pesantissima stoccata a Matteo Salvini. Al direttore Calabresi che gli chiedeva come mai avesse realizzato il documentario "Santiago, Italia", in uscita al cinema proprio in questi giorni, Moretti aveva risposto: "Finite le riprese, è diventato ministro dell'Interno Matteo Salvini e allora ho capito".

Evidente, per quanto allusivo, il parallelo tracciato dal regista tra il dittatore cileno Pinochet, filo conduttore del film, e il vicepremier leghista.

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