RomaGiorni infuocati dentro il Nuovo centrodestra. Le tegole giudiziarie si stanno abbattendo su un «corpo» già provato dalle guerre intestine. Soprattutto nel gruppo dei senatori Ncd la tensione si può tagliare con un coltello. Alcuni dei parlamentari che siedono ai banchi di Palazzo Madama non nascondono, infatti, il proprio malumore nei confronti dell'atteggiamento tenuto dal segretario del partito (e ministro dell'Interno) Angelino Alfano, riguardo la vicenda giudiziaria legata al nome del presidente della Commissione Bilancio Antonio Azzollini per il quale la Procura di Trani ha chiesto l'arresto.
I senatori Ncd si sono presentati alla riunione del parlamentari del partito bene intenzionati a chiedere una risposta al leader. Già Renato Schifani, nei giorni scorsi, si era lamentato della pozione pilatesca presa da Maurizio Lupi e dallo stesso Alfano nei confronti di Azzollini. Ai senatori Ncd non piace soprattutto il doppiopesismo alfaniano. E ieri si sono presentati alla riunione determinati nell'ottenere una risposta almeno sul perché Alfano si sia sentito «pronto a mettere la mano suo fuoco su Giuseppe Castiglione (il sottosegretario all'Agricoltura indagato per abuso d'ufficio e turbativa d'asta dalla Procura di Catania in merito all'appalto del Centro di accoglienza dei richiedenti asilo di Mineo, ndr ) e non su Azzollini». Sul banco degli imputati ieri sera anche Maurizio Lupi reo di un'uscita che in pochi hanno digerito («Bisogna leggere le carte ma se ci fossero le condizioni per l'arresto io voterei sì»). Insomma manca il gioco di squadra, sbottano in tanti. Proprio in un momento estremamente delicato dove i rapporti politici su base locale e nazionale sembrano disorientare chi sta al timone.
E proprio sul rapporto con il Pd renziano si è discusso fino a tarda notte. In tanti hanno iniziato a vedere nello scricchiolamento della «macchina da guerra renziana» un segno evidente che i tempi sono maturi per abbandonare l'intesa governativa. «Le elezioni non si terranno nel 2018», sostengono alcuni. Ragion per cui bisogna raddrizzare la linea verso posizioni più centriste. D'altronde riposizionarsi sembra possibile oltre che auspicabile almeno per Fabrizio Cicchitto che replica stizzito all'altolà di Matteo Salvini su un potenziale accordo a livello nazionale tra Lega Nord e Ncd. «Però nelle ultime amministrative - spiega Cicchitto - l'Ncd non ha fatto schifo ai leghisti di Salvini in molti posti, da Rovigo a Venezia, dove è stata la Lega ad aggiungersi alla coalizione di centrodestra».
«Se Lega e Forza Italia - aggiunge Cicchitto -
mettono una pregiudiziale su di noi a livello nazionale ce ne facciamo una ragione. Intanto stabiliamo, però, rapporti federativi con Udc, Tosi, Schittulli e quant'altri sono disponibili a consolidare un'area centrista».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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