Nei guai pure lady Fini. È indagata per riciclaggio

Sul conto di Elisabetta 739mila euro dal fratello L'ipotesi: soldi da Corallo per i lavori a Montecarlo

Nei guai pure lady Fini. È indagata per riciclaggio

Roma - Riciclaggio di famiglia - ma anche ristrutturazioni edili - con i soldi di Francesco Corallo. Oltre a papà Sergio e a Giancarlo, adesso pure Elisabetta Tulliani è indagata nell'inchiesta della Dda di Roma sul gruppo del re delle slot machine, arrestato due settimane fa.

Una decisione quasi obbligata per la procura, quella rivelata ieri dal Fatto Quotidiano, visto che nel decreto di sequestro depositato il 23 dicembre dal pm Barbara Sargenti (per stoppare l'improvvido tentativo di Giancarlo Tulliani di trasferire mezzo milione di euro a Dubai qualche giorno dopo essere stato perquisito e indagato) salta fuori la destinazione bancaria finale dell'enorme plusvalenza ottenuta vendendo la casa di Montecarlo. Casa comprata nel 2008 da An che l'aveva ricevuta in eredità per appena 300mila euro (tra l'altro per gli inquirenti saldata con soldi di Corallo) e riceduta da poco, a ottobre 2015, per oltre 1,3 milioni di euro. Ecco. Il 5 novembre 2015 sul conto italiano di Giancarlo Tulliani arriva dal notaio un bonifico di 1.259.390 euro. Ma a far festa per l'incasso non è Giancarlo da solo. Nel giro di un mese quasi il 60 per cento di quella somma, 739mila euro, finisce con due bonifici al conto della sorellina, Elisabetta. Proprio la compagna dell'ex presidente della Camera Gianfranco Fini, che all'epoca giurava - e oggi ripete - di essere del tutto all'oscuro degli affari di famiglia. Anche di quelli intessuti con l'imprenditore Corallo, storicamente vicino ad An, e lucrati su beni che appartenevano proprio al defunto partito del quale Fini era leader. È l'ennesimo tassello che straccia la panzana dell'estraneità della donna dalla vicenda della casa di Montecarlo, dopo le lettere di referenze per aprire i conti offshore a nome di Elisabetta e la procura legale concessa dalla stessa a due diversi avvocati per «gli interessi propri e della Timara ltd», la offshore proprietaria di casa.

Ma c'è ancora di più. C'è il fondato sospetto che con i soldi sottratti al fisco da Corallo e passati ai Tulliani, questi ultimi abbiano pure pagato le spese di ristrutturazione dell'appartamento (e forse anche la celebre cucina Scavolini acquistata a Roma e spedita nel Principato). A evidenziarlo («opportunamente», chiosa il pm) è lo Scico, che analizzando i flussi di denaro provenienti dai conti offshore riferibili a Corallo, intercetta «ulteriori trasferimenti» verso i conti di Giancarlo Tulliani. Gli investigatori si concentrano su un bonifico da 281.387,49 dollari americani (200mila euro al cambio dell'epoca) che il 9 luglio 2009 arriva sul conto monegasco del giovane Tulliani. Ed evidenziano «come tale trasferimento sia avvenuto nel periodo in cui i Tulliani erano alle prese con i lavori di ristrutturazione nell'appartamento di Boulevard Princesse Charlotte». Quanto alla cifra, «appare congrua con le spese di ristrutturazione che sarebbero ammontate a circa 100mila euro». Insomma, Corallo potrebbe aver pagato sia l'acquisto che la ristrutturazione della casetta monegasca. Non la sola. Dal lavoro dello Scico sui flussi finanziari Corallo-Tulliani è emerso «che nel periodo 2009-16 la famiglia Tulliani ha effettuato considerevoli investimenti immobiliari», tutti «senza accensione di mutui o finanziamenti».

Tra questi, anche un immobile nel «quartier generale» dei Tullianos a Valcannuta, pagato 1,2 milioni di euro con soldi passati a Giancarlo dal padre Sergio, che li aveva avuti, manco a dirlo, da un conto riferibile a Corallo.

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