"Nord deluso dalla Lega Non parla alle imprese"

«In Assolombarda è emerso il disagio del settore Forza Italia è rimasta l'unico interlocutore»

"Nord deluso dalla Lega Non parla alle imprese"

«Non abbiamo davanti mesi facili. Forse neanche anni», dice Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia. Che già tre mesi fa, fra i primi, aveva lanciato sul Giornale l'allarme delle imprese del Nord per le scelte economiche del governo.

Carlo Bonomi, presidente Assolombarda ha bocciato in toto la manovra: imprenditori all'opposizione?

«Vedo molta confusione dettata da inesperienza. E Assolombarda ha portato alla luce il malessere degli industriali e la disattenzione verso il mondo dell'impresa: un settore trainante per il paese e soprattutto per il benessere dei cittadini non può non essere ascoltato. Non siamo all'opposizione, ma il governo avrebbe il dovere di confrontarsi».

Ad agitarsi siete più voi del Nord. Gli imprenditori sono divisi?

«No anzi, la Confindustria è più compatta che mai. Ora intorno al nostro presidente Vincenzo Boccia c'è tutta l'associazione, perché si gioca il futuro degli italiani. E Ieri è finalmente emerso quello che noi come Lombardia ripetiamo da mesi, con allarmi inascoltati. Io stesso avevo anche dato un'apertura di credito a una parte politica e mi aspetto i risultati».

Parliamo della Lega.

«Sì la Lega»

Ma invece dei risultati è arrivata questa manovra.

«Voglio essere realista: è chiaro che abbiamo evidenziato problemi, ma poi io sono convinto che questi processi abbiano tempi lunghi. Aspettiamo come evolvono nel dibattito parlamentare. Certo che quello che sta accadendo in questi giorni mostra miopia nelle scelte fatte e mancanza di visione strategica. Noi cerchiamo di portare in luce i problemi che non sono solo quelli dell'industria, ma dei cittadini, perché le conseguenze di certe scelte le pagano tutti. Lo ripeto: a questo punto serve un confronto con il governo, su imprese e lavoro».

Ma è un po' anche colpa vostra. Il 4 marzo il Nord produttivo ha votato in massa per la Lega, voltando le spalle alla parte più liberale e moderata della destra.

«Io non vedo questo grande travaso a destra. La Lega ha preso voti da altri, dal Pd per esempio. Certo, possiamo dire che il centro destra in Lombardia ha vinto compatto».

Ed è stato ripagato così. Possibile che nelle prossime urne ci siano conseguenze?

«C'è il rischio, al nord, che il malcontento generale possa spostare equilibri. Dipenderà dalle prossime scelte e proposte politiche. La politica deve capire i veri problemi dell'impresa e del lavoro. Viceversa il rischio sarà un'ulteriore disaffezione politica. Già vota solo il 50%. Bisognerebbe riconquistare la fiducia degli italiani con proposte realistica».

La Lega quindi rischia?

«Rischia la disaffezione. Mentre Forza Italia in questo momento è l'unica che parla per l'impresa e il lavoro»

Al di là di un momento come quello dell'assemblea Assolombarda, come possono gli imprenditori farsi sentire di più?

«Noi non vogliamo creare caos, vogliamo i fatti. A Milano abbiamo messo in luce i problemi. Con Confidustria Lombardia sto cercando la strada perché le scelte del governo vadano nella giusta direzione. A livello regionale lo facciamo già, ci confrontiamo quotidianamente sulle politiche industriali della regione, abbiamo messo la competitività al centro e fissato le priorità: infrastrutture, lavoro, sanità, formazione. Questo è il metodo da usare anche a livello nazionale. Ecco perché gli industriali lombardi stanno spingenso per arrivare all'autonomia amministrativa della Lombardia. Poi verrà anche quella finanziaria.

Lombardia da sola?

«Con noi ci sono almeno anche Emilia e Veneto».

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