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Il nuovo provocatore che agita i talk show e vede fascisti ovunque

Christian Raimo, prof di liceo, fa il solone di estrema sinistra. E magari cerca un seggio

Il nuovo provocatore che agita i talk show e vede fascisti ovunque

«In futuro ognuno sarà famoso per 15 minuti». Aveva ragione Andy Warhol, tutti vogliono apparire, tutti bramano quel breve ed effimero briciolo di notorietà. Che non si nega a nessuno. Neanche a Christian Raimo, assurto nei giorni scorsi agli agognati «onori della cronaca» per l'accanita difesa degli immigrati sgomberati dall'immobile occupato di piazza Indipendenza a Roma.

Classe 1975, professore in un liceo statale della Capitale dove insegna storia e filosofia, scrittore per Minimum Fax e articolista per L'Internazionale, quest'estate la palma del provocatore smanioso di visibilità à la Gabriele Paolini, spetta dunque a Raimo. Con la sua aria da letterato impegnato che si carica sulle spalle tutta la sofferenza del mondo, si candida al ruolo di vice Saviano - causa ferie agostane di quest'ultimo - e di leader mediatico dei movimenti per il diritto alla casa. Il copione è il solito: il prof ha imparato la lezioncina e ha messo in atto con scrupolo ciò che un aspirante intellettuale di riferimento di una certa area culturale di sinistra, la cui longa manus si estende dai centri sociali ai salotti radical chic, deve fare: il cavaliere senza macchia nella difesa degli «ultimi». Dove gli ultimi, ovviamente, sono i profughi e gli immigrati come ogni aspirante star del politicamente corretto che si rispetti ben sa. Laura Boldrini docet: ci ha costruito una carriera politica.

Chissà se anche Raimo non voglia fare il grande salto e dalla testa dei cortei anti sgombero planare diretto in Parlamento. L'aspirante profeta dell'umanitarismo a un certo punto però si deve essere reso conto che mancava un tassello: l'antifascismo militante in assenza di fascismo. Un cliché logoro ma che ancora racimola qualche indignato e titoli di giornale. Al via dunque il lancio della petizione su change.org «Per una Roma antirazzista, antifascista e solidale» e poi l'occasione della vita: dare del fascista in diretta tv a un direttore di un quotidiano «nemico», il Giornale, Alessandro Sallusti.

«Essere comodamente fascisti in questo tempo conviene» (In Onda, La7, 24 agosto). Così parlò il filosofo illuminato Raimo. Del resto «in questo tempo» affibbiare a casaccio epiteti quali fascista, razzista, xenofobo a chi la pensa differentemente o a chi difende la legalità è un sicuro lasciapassare per l'Olimpo delle star del buonismo in salsa terzomondista. Mai domo, il nostro campione dall'alto della sua superiorità morale e culturale, il giorno dopo ha esternato nuovamente il suo fine pensiero con un post su Facebook: «Ieri ho partecipato a una trasmissione tv. C'era anche Alessandro Sallusti in collegamento da Forte dei Marmi (in prima linea in zona apericena) che biascicava dati completamente sbagliati, faceva esempi incomprensibili, e diceva cose comodamente fasciste. Non c'era nessun giornalista del suo Giornale in piazza tra l'altro, per le notizie fa direttamente Ctrl+C dalle veline della questura. Per intenderci anche, il fondatore del Giornale Indro Montanelli a suo tempo si comprò un'eritrea di dodici anni come schiava sessuale e nel 1936 rispetto alla guerra italiana in Etiopia dichiarava: Non si sarà mai dei dominatori, se non avremo la coscienza esatta di una nostra fatale superiorità».

Stendiamo un velo pietoso. Tutta la nostra umana comprensione agli studenti liceali che loro malgrado hanno a che fare con un insegnante che mostra di avere un tale equilibrio, tale proprietà di linguaggio e tale rispetto per la legalità.

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