Archiviata l'estate, ci sono davvero pochi dubbi sul fatto che la politica sia già entrata in modalità campagna elettorale. In primavera, infatti, si voterà per le Amministrative, una tornata importante - per certi versi fondamentale - visto che andranno alle urne città del peso di Milano, Napoli, Torino e Bologna. E Matteo Renzi ha deciso di iniziare la sua lunga volata la scorsa settimana, quando ha annunciato l'abolizione di Tasi e Imu. Concetto ribadito ieri a Porta a Porta e su cui tornerà ogni volta che ne avrà l'occasione di qui a maggio del 2016. Ma la vera strambata comunicativa è di 48 ore fa, quando sull'immigrazione il premier ha deciso di puntare il dito contro «le bestie» delle destre che «strumentalizzano» la tragedia dei profughi. Immancabile la replica di Matteo Salvini. Domenica, a caldo, su Facebook , ieri alle telecamere di Mattino5 dove ha definito Renzi «un verme».
Un affondo che non deve essere troppo dispiaciuto al leader del Pd che in queste ultime settimane pare aver individuato in Salvini il suo competitor . Nonostante il clima da campagna elettorale, infatti, il premier si sta guardando bene dall'attaccare Silvio Berlusconi, tanto che la cosa più forte che è riuscito a dire è stata che «venti anni di berlusconismo e antiberlusconismo hanno bloccato l'Italia». Non una parola di più sull'ex premier, segno che Renzi non ha interesse ad incrociare i guantoni con il leader di Forza Italia, magari perché al suo elettorato guarda con un certo interesse.
Di qui la sensazione che Renzi stia cercando di polarizzare lo scontro politico su lui e Salvini, così da provare a raccogliere i consensi di chi nel centrodestra non è troppo convinto dai toni piuttosto decisi del leader leghista. In un momento, peraltro, in cui in Europa il vento sull'immigrazione sembra per alcuni versi cambiare e con il Papa che in materia è sempre più aperturista.
Se la partita si giocasse sui due Mattei, insomma, è probabile che sia quello di Firenze a vincere, magari conquistando qualche metro al centro del campo. È questo lo scenario su cui pare ragionare il premier, non solo in prospettiva amministrative ma, soprattutto, in vista delle politiche.
Che siano elezioni anticipate o che arrivino nel 2018, come da fine naturale della legislatura. Uno scenario nel quale ci sono però due incognite: la prima è Berlusconi e la sua tenuta sull'elettorato moderato, la seconda il M5S che i sondaggi continuano a dare in salita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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