Offresi tour negli abissi a bordo del Titanic. Prezzo: 105mila euro

Un sottomarino trasporterà nove turisti sotto l'Atlantico. Le ricchezze e i misteri di un mito

Illustrazione di Andrea Gatti
Illustrazione di Andrea Gatti

«La prima classe costa mille lire, la seconda cento, la terza dolore e spavento, e puzza di sudore dal boccaporto e odore di mare morto». De Gregori il Titanic lo cantava così, una prigione per i poveri, una bara per i ricchi. Ma oggi invece delle mille lire di ieri, che in realtà erano 4350 dollari per la prima classe, per tornare a bordo dell'inaffondabile affondato, del monumento funebre più famoso della Storia, della madre di tutti i relitti ancorata alla memoria dell'umanità, ci vogliono 86.500 sterline, più o meno 105mila euro, cioè la cifra che il Papa ha appena destinato ai poveri di Aleppo. O il prezzo di una Mercedes-AMG GT. Perchè adesso volendo, ma soprattutto potendo, e grazie all'offerta promozionale della Blue Marble Private, tour operator di base a Londra, si può raggiungere con un comodo sottomarino il transatlantico da dove 2.127 passeggeri cercarono di fuggire centocinque anni fa, e per otto giorni viaggiare andata e ritorno fino ai 4mila metri di profondità dove riposano i due tronconi della nave abitata da Jack Dawson e Rose DeWitt Bukater. Rottame di lusso che potrebbe scomparire del tutto entro il 2030, consumato, dicono, da un micro batterio, l'Halomonas titanicae, che, preso possesso della carcassa, la sta inesorabilmente, corrodendo. Il privilegio di immergersi nella Storia, scortati da esploratori, scienziati e equipaggio, spetterà solo a nove selezionati turisti e fa un po' il paio con l'offerta viaggio di qualche settimana fa, un giro intorno alla Luna offerto a due fortunati Paperoni. Il viaggio, perchè così pare poco, comprende anche lezione sul funzionamento del sonar e sul sistema di navigazione sottomarino.

I magnifici nove non saranno comunque i primi a scendere negli abissi che inghiottirono il mitico Titano. Per decenni il fondale è stato un eldorado sottomarino per cercatori d'oro, nonostante il largo di Terranova sia in acque internazionali dove nessun Paese può rivendicare giurisdizione esclusiva: migliaia di cimeli portati via dal posto, e leggende che favoleggiavano di incredibili ricchezze custodite nella stiva, lingotti d'oro, i gioielli delle signore della prima classe, persino una mummia egizia preziosa e maledetta come Tutankhamon. Reperti quasi tutti andati all'asta, il solo menù dell'ultimo pranzo è stato venduto due anni fa a New York per 88mila euro, oppure esposti nei musei da Las Vegas a Singapore. Nei 600 metri che dividono un troncone dall'altro c'era di tutto: pile di piatti, occhiali, la testa di una bambola di porcellana, testate di letti, orologi, scarpe spesso vicine una all'altra perchè in quel punto, più di un secolo fa, c'erano i corpi delle vittime, oggi decomposti e dissolti. Da quell'astronave dei mari, morta due settimane dopo essere nata, non uscirono vivi in millecinquecento, compresi miliardari, star, e l'orchestrina di bordo che suonava «Nearer, my god, to thee», «Più vicino a te, Signore», lo scontro con un iceberg, venti minuti prima della mezzanotte del 14 aprile la mandò a picco in due ore e quarantotto minuti.

Il momento più emozionante sarà giocoforza quello dell'incontro ravvicinato con quel che resta del gigante dei mari, quando lo decideranno le condizioni atmosferiche. I nove, tre alla volta, saliranno a bordo del sommergibile in fibra di carbonio e titanio, progettato apposta per offrire la vista migliore. Del Titanic oltre al mito, che non morirà mai, e i cimeli dispersi nel mondo, non resta più molto. L'ultima superstite, Millvina Dean, la donna che ispirò il kolossal di James Cameron, se ne è andata otto anni fa a 97 anni, in una casa di riposo vicina a Southampton,. La salvarono avvolgendola in un sacco di iuta che la protesse dalla acque gelide dell'Atlantico, straccio che conservò come fosse la sacra sindone per tutta la vita.

Lo mise all'asta per poter pagare le 3mila sterline di retta della casa di riposo, ventotto volte meno il prezzo del biglietto di oggi. Del resto lo diceva anche Di Caprio: «Morirai quando sarai vecchia, al calduccio, nel tuo letto: non qui, non stanotte, non così». E certe cose non hanno prezzo.

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