Oggi via alle sanzioni Usa: blande e limitate (per ora). Lo Zar guadagna altro tempo

Scaduto l'ultimatum, nel mirino soprattutto la "flotta fantasma". In attesa del summit

Oggi via alle sanzioni Usa: blande e limitate (per ora). Lo Zar guadagna altro tempo
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"Dipende solo da Vladimir Putin se gli Usa oggi imporranno sanzioni alla Russia". Le parole di Donald Trump lasciano aperta ogni possibilità. Il suo ultimatum a Mosca è scaduto e da oggi dovrebbero partire le sanzioni, incluse quelle secondarie che tanto spaventano il Cremlino. Ma considerati i continui cambi di rotta del tycoon, e le strategie cui ci ha abituato Putin, tutto può ancora cambiare. "Dipende da lui", dallo Zar, appunto. Che guarda caso, dopo mesi di reticenze, menzogne e pretese, ha aperto al dialogo. Guarda a volte il tempismo. Non è assurdo considerarla l'ennesima mossa strategica. Sfruttando la buona fede, o forse un po' di connivenza, da parte della Casa Bianca.

Le sanzioni dovrebbero partire oggi e difficilmente Trump si rimangerà la parola. Ma, secondo indiscrezioni arrivate da Washington, dovrebbe trattarsi di misure molto blande, più che altro simboliche, in maggioranza limitate alla cosiddetta "flotta fantasma" di navi che trasportano petrolio e gas, utilizzate da Mosca per aggirare le sanzioni. Oltre a quelle già partite, ovvero i dazi secondari imposti all'India per l'acquisto di petrolio russo che stanno già dando risultati. Il prezzo del petrolio russo infatti è ulteriormente in calo e questo fa parecchio male a Mosca. Ma non basta. "Putin smetterà di uccidere persone se il prezzo dell'energia scenderà di altri 10 dollari al barile. Non avrà scelta, perché la sua economia fa schifo", ha detto nei giorni scorsi Trump ma lo scenario è tutt'altro che definito. Da una parte, l'amministrazione Usa potrebbe prendere tempo prima di calare la scure, visto l'incontro previsto tra Trump e Putin alla fine della prossima settimana. Dall'altra, Putin ha di fatto guadagnato sette giorni in cui può succedere di tutto. Soprattutto, quello che vuole lui, ovvero la conquista di ulteriore terreno sul campo per arrivare a un qualsiasi tavolo in posizione ancora più di forza. Del resto, le sue richieste anche solo per iniziare a negoziare, non sono mai cambiate e non prescindono dal riconoscimento come russi dei territori ucraini parzialmente occupati.

In attesa di capire cosa accadrà, c'è chi come la Finlandia non perde tempo e chiede esplicitamente a Trump di imporre ulteriori sanzioni alla Russia per tagliare "una delle principali fonti di finanziamento per lo sforzo bellico del presidente russo", ha spiegato il ministero degli Esteri confermando il proprio impegno alle forniture militari.

Così come l'Unione europea: "L'Ucraina riceverà oltre 3,2 miliardi di euro di finanziamenti dopo che il Consiglio ha adottato una decisione relativa alla quarta erogazione periodica di sostegno nell'ambito dello strumento di assistenza all'Ucraina dell'Ue", recita un comunicato. Risorse che serviranno a rafforzare la stabilità macrofinanziaria dell'Ucraina. Utili, senz'altro. Ma non decisive. Il pallino resta in mano a Donald Trump.

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