New York. Dopo le scuole, anche gli ospedali finiscono nel mirino della violenza legata alle armi da fuoco in America. Mentre ancora sono in corso i funerali dei 19 bambini e due insegnanti uccisi nella sparatoria a Uvalde, in Texas, la scia di sangue si allunga con altre quattro vittime, questa volta a Tulsa, in Oklahoma. E il presidente Joe Biden parla alla nazione dalla Casa Bianca per discutere «le recenti tragiche sparatorie di massa e la necessità che il Congresso agisca per approvare leggi di buon senso per combattere l'epidemia di violenza armata che sta uccidendo vite ogni giorno».
Come, da ultima, quella all'ospedale St. Francis, e precisamente al Natalie Medical Building, un reparto che si occupa prevalentemente di medicina sportiva. Un uomo di 45 anni, identificato dalla polizia come Michael Louis, armato con un fucile semiautomatico AR-15 acquistato proprio il giorno della sparatoria, è entrato in uno degli edifici della clinica, è salito al secondo piano e aperto il fuoco uccidendo quattro persone, prima di togliersi la vita. «Non ce l'ho con voi», ha detto una volta arrivato al secondo piano, avvertendo le persone che erano lì per una visita di andare via.
Il killer ha agito con l'intenzione di uccidere il dottor Preston Phillips, un chirurgo ortopedico che lo aveva operato il mese scorso alla schiena. Dopo l'intervento, l'uomo aveva chiamato ripetutamente la clinica lamentandosi di provare dolore e accusando il medico. «Abbiamo anche una lettera del sospetto che chiarisce di essere andato lì con l'intento di uccidere Phillips e chiunque fosse sulla sua strada», ha aggiunto Franklin. Quando si è trovato di fronte il medico, l'uomo gli ha sparato, uccidendolo, poi ha rivolto l'arma verso un'altra ortopedista, Stephanie Husen. Le altre due vittime sono Amanda Glenn, che stava alla reception, e William Love, un paziente. Glenn e Love, secondo la ricostruzione della polizia, hanno tentato di fermare il killer. Il paziente aveva tenuto aperta la porta per permettere a un ferito di scappare. Il killer gli ha scaricato la pistola addosso.
«Il 1 giugno Louis ha chiamato ancora l'ufficio del dottore, lamentandosi del mal di schiena e chiedendo ulteriore assistenza», ha detto il capo della polizia, precisando che l'uomo ha acquistato legalmente un fucile semiautomatico stile AR-15 alle 14, e meno di tre ore dopo ha compiuto la strage. Prima dell'arrivo della polizia, Louis ha telefonato alla moglie e le ha riferito ciò che aveva fatto, poi si è rivolto contro la Smith & Wesson e si è ucciso.
«Siamo consapevoli che ha sofferto di mal di schiena per molto tempo, ma non c'è alcun
motivo per questo atto insensato», ha fatto sapere la nipote, che ha chiesto di non essere nominata né associata a lui. «Siamo una famiglia cristiana», ha aggiunto, sottolineando di non perdonare la violenza di alcun tipo.
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