Olimpiadi 2026, Milano-Cortina chiedono fondi all'esecutivo

Milano «Ha da passà 'a nuttata». Il presidente leghista del Veneto Luca Zaia, padrone di casa ieri a Venezia del vertice che ha dato ufficialmente il via alla corsa di Milano-Cortina per le Olimpiadi invernali del 2026 usa la celebre frase di Eduardo De Filippo per ribadire al governo che non può limitarsi a un sostegno formale ma deve mettere fondi. «Sono convinto che prima o poi, dopo aver visto il dossier, a livello nazionale si guarderà ai Giochi in modo diverso». E rimarca che «tra Lombardia e Veneto parliamo di due realtà che mandano a Roma 76 miliardi di tasse, qualcosa riusciremo a combinare o no?». Messaggio diretto (soprattutto) alla quota 5 Stelle del governo: Luigi Di Maio giorni fa ha ammesso che se fosse stata candidata una sola città, magari già dotata di impianti - la Torino della grillina Chiara Appendino, fuori dai Giochi tra le polemiche - avrebbe contribuito.

Anche l'altro governatore leghista al tavolo, Attilio Fontana, va in pressing: per la Lombardia non sarà un problema fornire le garanzie al Cio che il 9 ottobre svelerà la short list delle città candidate («stiamo parlando di 370 milioni spalmati su 8 anni») ma «è necessario che lo Stato ci sostenga anche economicamente, aspettiamo fiduciosi che cambi atteggiamento». La partita «non è chiusa» anche per il sindaco di Milano Beppe Sala, al vertice col collega di Cortina Gianpietro Ghedina. ChiCa

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