Un altro viaggio della speranza finito in tragedia. Sono almeno 29 i profughi morti per assideramento dopo che il gommone sul quale viaggiavano si è trovato alla deriva, in un mare proibitivo, nel Canale di Sicilia. Le vittime facevano parte di un gruppo di 105 persone partito dalla Libia. Quando due motovedette della Guardia costiera sono arrivate sul posto, allertate da un Sos lanciato con un telefonino satelliitare, sette migranti erano già deceduti, gli altri sono morti durante il trasferimento a Lampedusa. Una delle vittime è stata trovata con una profonda ferita alla testa. Cosa sia accaduto è da chiarire: non si esclude che l'uomo si sia fracassato il cranio cadendo oppure litigando con gli altri profughi per tentare di entrare nel gavone del barcone per stare al caldo. Un nuovo dramma che riaccende la polemica sui limiti di Triton, la missione gestita direttamente da Frontex, l'agenzia Ue per il controllo delle frontiere e che è subentrata La richiesta di aiuto alla Centro nazionale di soccorso operativa delle Capitanerie di porto di Roma è arrivata tramite un telefono satellitare nel primo pomeriggio di ieri. Scattato l'allarme, sono stati dirottati subito due mercantili che si trovavano in zona , il Bourbon/Argos e il Saint Rock, e contemporaneamente sono partite da Lampedusa due motovedette della Guardia costiera che in piena notte hanno completato il trasbordo dei migranti e ripreso la rotta verso Lampedusa. Ma le operazioni di salvataggio sono state difficilissime, a causa delle condizioni proibitive del mare: forza otto e onde alte anche fino a nove metri, l'equivalente di un palazzo di tre piani. Una situazione pericolosa per tutti, che ha messo a rischio la stessa sopravvivenza dei soccorritori, come evidenzia la drammatica testimonianza del portavoce delle Capitanerie di Porto, Filippo Marini, mentre ancora erano in corso le operazioni: «I nostri uomini sono allo stremo e stanno mettendo a rischio la propria vita. Operare in queste condizioni è proibitivo e riuscire a portare in salvo decine di persone è un miracolo».
Ma il bilancio rischia di essere più grave perché tra i profughi portati a Lampedusa ce ne sono sette in gravi condizioni: uno trasferito in elisoccorso a Palermo, altri sei ricoverati nel poliambulatorio dell'isola. La Procura di Agrigento ha aperto un'inchiesta. Il procuratore capo Renato Di Natale spiega: «Al momento è un fascicolo contro ignoti, prima dobbiamo leggere le informative e poi decideremo per quali reati procedere. Non escludiamo l'omicidio colposo o doloso, ma è ancora troppo presto».
A Lampedusa si rivedono i fotogrammi di troppe tragedie già viste. Come quella del 3 ottobre 2013. Oggi come allora si riaprono gli hangar del vecchio aeroporto per trasformarli in obitorio. Il sindaco Giusi Nicolini apre il ballo delle polemiche: «Con Triton siamo tornati alla situazione precedente alla strage del 3 ottobre. Così non si può continuare. Siamo stati lasciati ancora una volta soli dall'Europa. È una vergogna».
La presidente della camera Laura Boldrini, nonostante il fallimento, rimpiange l'operazione Mare nostrum, trascurando i tragici numeri del fallimento: 3mila vittime. «Orrore al largo di Lampedusa. Persone morte non in un naufragio, ma per il freddo.
Queste le conseguenze del dopo Mare Nostrum», scrive su Twitter.«Altro sangue sulle coscienze sporche dei falsi buoni- stigmatizza Matteo Salvini. Da domani a Strasburgo chiederò a Juncker di sospendere Triton, operazione inutile e di morte. Alfano si dimetta».
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