Luigi Di Maio dovrebbe dire se ha ancora fiducia in Giuseppe Conte. Parola di Andrea Orlando, il quale si chiede se il leader del Movimento 5 Stelle abbia modificato in questi mesi il suo pensiero sul premier. “Perché in una coalizione, con forze molto diverse - precisa il vicesegretario del Partito democratico - il presidente del Consiglio è il punto di equilibrio”.
Orlando sottolinea che una maggioranza resiste quando ha un obiettivo forte. E aggiunge che gli scontri sono inevitabili se non esiste uno scopo ben preciso nell’azione di governo. L’ex ministro spiega che Matteo Renzi non ha interesse a tornare al voto, così come Di Maio non vuole tornare con Matteo Salvini. “Siamo sempre dentro il giochino delle minacce, della ricerca di visibilità e dei segnali indiretti - evidenzia il deputato dem -. Senza rendersi conto che così si rischia di arrivare alle elezioni, quasi inavvertitamente”.
In un'intervista al Corriere della Sera, Orlando ricorda che il suo partito crede fortemente in questo esecutivo e non ha paura delle elezioni perché “siamo la forza che ha meno da perdere”. E precisa che la legge elettorale va fatta dopo la riduzione del numero dei parlamentari. L’ex Guardasigilli dice che il Pd non ha rinunciato al maggioritario ma punta a non creare divisioni nella coalizione di governo. E questo, secondo Orlando “porta a un proporzionale che salvaguardi quanto più possibile il bipolarismo”.
Per quanto riguarda la manovra, Orlando evidenzia che sono stati raggiunti gli obiettivi principali come aver evitato l’aumento dell’Iva, aver aumentato i trasferimenti ai Comuni e la spesa sociale per la sanità, gli asili nido e la non autosufficienza. L’ex ministro spiega che è stato quindi avviato un percorso di redistribuzione con la riduzione della pressione fiscale sul reddito da lavoro. Per il vicesegretario del Pd, l’accordo raggiunto sulla manovra è una vittoria per il nostro Paese. "L'idea che qualcuno voglia ridurre le tasse e altri no a prescindere, è una mistificazione”, prosegue Orlando e aggiunge che "il taglio più consistente sulle tasse lo abbiamo voluto e difeso noi ed è la riduzione di tre miliardi della tassazione sulla busta paga”.
Infine sulla prescrizione, l’ex ministro spiega che l’esecutivo sta lavorando a un accordo, evidenziando che per il suo partito l’aspetto fondamentale è tenere insieme validità della prescrizione e tempi certi del processo.
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