La pandemia resta stabile: ieri 233 casi e 11 decessi

Mentre il mondo è terrorizzato dal Covid e anche molti Paesi europei stanno facendo qualche passo indietro sulla strada delle riaperture, in Italia i numeri del contagio continunano a essere piuttosto rassicuranti

La pandemia resta stabile: ieri 233 casi e 11 decessi

Mentre il mondo è terrorizzato dal Covi e anche molti Paesi europei stanno facendo qualche passo indietro sulla strada delle riaperture, in Italia i numeri del contagio continunano a essere piuttosto rassicuranti, anche se i «contagi zero» sembrano essere ancora lontani. Ieri sono stati registrati 233 nuovi contagi, appena tre in più rispetto ai 230 computati giovedì. La «notizia», si fa per dire, è che la Lombardia, con 55 casi, è appena al 23,61 per cento dei casi nazionali, mentre fino a qualche giorno fa era stabilmente sopra quota 50 per cento. Inoltre il Veneto ha lo stesso numero di casi, e l'Emilia-Romagna appena uno in meno (54). Ieri soltanto cinque regioni (provincia autonoma di Trento, Sardegna, Valle d'Aosta, Molise e Basilicata) sono a zero. Insomma, il Covid è ora un nemico magari non violento ma più «spalmato» sul territorio.

Importante come sempre tenere d'occhio i tamponi fati. Ieri ne sono stati messi a refero 50.767, che hanno portato il totale a 6.154.259 su un totale di 3.692.257 soggetti differenti. Il maggior numero di test è stato effettuato in Lombardia (9.911), dove il tasso di contagi è dello 0,55 per cento, molto più basso dell'indice registrato nelle settimane scorse e più basso soprattutto di quello del Veneto (0,59) e di quello dell'Emilia-Romagna (0,97).

Gli attualmente positivi sono 12.456, dei quali 7.421 nella sola Lombardia. Di essi la quasi totalità, 11.635, sono in isolamento domestico fiduciario, mentre 771 sono in ospedale e appena 50 sono in terapia intensiva. Ieri si sono contati 11 nuovi morti, che hanno portato il totale a 35.028. Colpisce il dato della Lombardia, che da sola mette in fila 16.778 croci, quasi la metà del totale nazionale (il 47,90 per cento).

Al secondo posto c'è l'Emilia-Romagna con 4.273, poi il Piemonte (4.119) e il Veneto (2.047). Da sole queste quattro regioni, che ospitano il 39,54 per cento della popolazione italiana, «fatturano» il 77,70 per cento dei morti.

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