Era il 1966 quando l'ex pugile giapponese Iwao Hakamada venne arrestato con l'accusa di aver sterminato una famiglia di quattro persone durante una rapina, prima di incendiarne l'abitazione. Ieri, dopo aver trascorso quasi mezzo secolo in prigione, il cattolico innocente come ama definirsi era in prima fila alla grande messa di Papa Francesco nello stadio di Tokyo, in Giappone.
Ottantatré anni, convertito al cattolicesimo, Iwao ha una storia davvero incredibile. Fu condannato a morte nel 1968; nel 1980 i suoi avvocati riuscirono a riaprire il processo dimostrando irregolarità durante gli interrogatori e le forti pressioni psicologiche esercitate su di lui per ottenere una dichiarazione di colpevolezza. Ha trascorso 48 anni in carcere, di cui 45 in isolamento. Nel 2011 è diventato l'uomo detenuto nel braccio della morte da più tempo al mondo. Nel 2014 fu scarcerato in seguito a ripetute istanze di revisione del processo e a nuove verifiche sul Dna. In prigione è avvenuta la conversione al cattolicesimo; è in cella che Iwao fu battezzato col rito religioso. Ora è in attesa della revisione del processo, e le sue condizioni di salute fisiche e mentali sono precarie. «Mio fratello è stato nel braccio della morte per così tanto tempo e lo è ancora per via del sistema giudiziario giapponese», ha detto Hideko Hakamada, sorella di Iwao, autrice di una lettera spedita a Papa Francesco. La sua partecipazione alla messa rappresenta un segnale importante per il movimento contrario alla pena capitale, in una nazione dove dal 2012 ad oggi sono state eseguite 38 esecuzioni. Da una recente indagine del 2014, tuttavia, solamente il 9,7% dei giapponesi è risultato contrario all'abolizione della condanna a morte, mentre l'80,3% la considera l'unico rimedio.
Secondo alcune fonti, l'invito a Hakamada a partecipare alla grande messa a Tokyo sarebbe stato fatto pervenire dalla Conferenza episcopale dei cattolici giapponesi, e non dal Vaticano, per evitare quella che poteva sembrare un'interferenza negli affari politici giapponesi.
Tra i sostenitori di Hakamada c'è Mario Marazziti, coordinatore della campagna mondiale contro la pena di morte della Comunità di Sant'Egidio, che ha lanciato una moratoria in vista delle Olimpiadi del 2020 in Giappone. Durante la messa il Papa ha evitato di intervenire sul tema della pena di morte, ma si apprende ne avrebbe parlato nell'incontro privato con il premier Shinzo Abe avvenuto subito dopo la celebrazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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