Rolla ScolariLa Francia ritiene «indispensabile» entro i prossimi sei mesi un'azione militare in Libia contro lo Stato islamico. Lo ha rivelato ieri il quotidiano Figaro citando fonti della Difesa di Parigi che starebbe preparando i piani di intervento, per «sradicare il cancro dello Stato islamico e le sue metastasi», e tentando di mettere assieme una coalizione internazionale in cui rientrerebbero anche l'Italia e la Gran Bretagna, con il sostegno degli Stati Uniti. Pochi giorni fa, il ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian ha messo in guardia sull'espansione dello Stato islamico dalla costa la città di Sirte è sotto controllo dei jihadisti - verso l'interno della Libia, in direzione delle installazioni petrolifere. Voli di ricognizione richiesti dall'alleato Ciad scrive il Figaro avrebbero confermato la presenza di campi di addestramento dello Stato islamico in quell'area, 250 chilometri a sud di Tripoli. Per ora, Parigi punta all'implementazione di un accordo siglato pochi giorni fa tra le fazioni libiche per la creazione di un governo di unità nazionale. E attenderebbe la richiesta di aiuto da parte delle nuove istituzioni per un intervento. In mancanza di un accordo, scrive però il giornale, la Francia «continuerà il suo lavoro» nel tentativo di mettere in piedi una coalizione militare internazionale, cui vorrebbe partecipassero anche Paesi vicini, come l'Algeria e l'Egitto, e gli alleati del Golfo. Non sono ancora emersi dettagli sui contorni dell'operazione militare. Un intervento aereo simile a quello nel Levante oppure un'azione con boots on the ground francesi e internazionali, come già accaduto nel Mali nella campagna partita nel 2012 contro gruppi estremisti islamici? La Francia è oggi impegnata in altre operazioni in Medio Oriente e in Africa occidentale, quindi è difficile pensare che possa mettere in campo molte altre forze, senza un ripensamento degli equilibri militari già in atto altrove, oppure un robusto sostegno di altri Paesi. Il giornale francese parla dell'utilizzo della forza aerea, di elicotteri e sottomarini lungo la costa libica, dello sfruttamento di una base nel Niger da parte della Francia, ma anche di uomini inglesi e italiani sul territorio. In un articolo dedicato al ruolo dell'Italia nella crisi libica, il Figaro ricorda come il premier Matteo Renzi abbia detto davanti all'Assemblea generale delle Nazioni Unite che l'Italia a meno di mille chilometri dalle coste libiche - è pronta a svolgere un ruolo guida in Libia, ma soltanto sotto invito di un governo legittimo a Tripoli. In tal caso, scrive il quotidiano, il nostro Paese metterebbe a disposizione le sue basi, unità dei carabinieri e delle forze speciali, non in ruoli di combattimento ma di addestramento delle forze locali.
L'Italia, che ha organizzato la conferenza di Roma per la Libia, ha già chiesto che il comando della forza multinazionale chiamata a sostenere un ipotetico governo unitario sia affidato al generale Paolo Serra, ex comandante delle forze dell'Onu in Libano e oggi consigliere del segretario generale Ban Ki-moon. Anche il premier britannico, David Cameron sarebbe pronto a dispiegare mille soldati se la Libia lo chiederà.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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