Name and shame, nome e vergogna. È questa la pratica, di derivazione anglosassone, che l'esecutivo di Emmanuel Macron vorrebbe introdurre in Francia: la gogna pubblica per i grandi evasori, come deterrente contro le frodi fiscali. La proposta era già stata lanciata a inizio anno, e ora arriva sui banchi dei parlamentari d'Oltralpe. Ieri il pacchetto di leggi contenente le proposte del governo in materia di frodi fiscali sono approdate all'Assemblea nazionale, dove è cominciata la disccussione in prima lettura.
Oltre alla creazione di una «polizia fiscale» specializzata nel perseguimento di questi reati e all'introduzione di sanzioni amministrative per i «complici», come studi legali e società di consulenza, la riforma prevede anche la pubblicazione, a mezzo stampa oppure su Internet, dell'identità degli evasori, con nome e cognome. La pratica diventerebbe addirittura obbligatoria in caso di condanna penale definitiva, a meno che il giudice non si pronunci in senso contrario. A questo proposito il ministero dell'Economia francese ha parlato di un «potenziale di diverse centinaia di pubblicazioni all'anno». Il pacchetto di leggi appena approdato al Parlamento parigino, dunque, punta a inasprire le pene previste per i reati fiscali, tema particolarmente sentito in Francia.
Tornando a spiegare le ragioni della riforma, la settimana scorsa il ministro dei conti pubblici Gérald Darmanin ha ricordato la necessità di accentuare la lotta alla frode fiscale, «sempre insopportabile, moralmente scandalosa e finanziariamente dannosa».
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