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Il Parlamento dice sì al Def ma insiste sul nuovo deficit

I partiti recapitano a Draghi un'altra nota spese. Inflazione verso nuovi massimi: boom dell'import

Il Parlamento dice sì al Def ma insiste sul nuovo deficit

Via libera al Def. Camera e Senato hanno approvato le risoluzioni di maggioranza sul documento. Ma la coperta è corta e il Parlamento chiede più risorse anche se necessario attraverso nuovo deficit. Di fatto con l'inflazione in crescita, i prezzi delle materie prime alle stelle e il caro bollette la maggioranza con una risoluzione sollecita il governo a valutare un nuovo scostamento di bilancio - un aumento del deficit - per sostenere ulteriormente le famiglie e imprese nel caso lo scenario peggiori. Insomma, si ritengono necessari nuovi aiuti. Palazzo Chigi si impegna a «monitorare» l'andamento della situazione e, «qualora si verificasse un peggioramento dello scenario», a ricorrere a uno scostamento per «interventi di sostegno». Il ministero dell'Economia di Daniele Franco (in foto) sta già lavorando a un decreto legge da 6 miliardi di euro da destinare a nuovi interventi.

Ma le risorse sono insufficienti per inserire nel pacchetto tutte le richieste avanzate dalla maggioranza, da qui il pressing per fare deficit. Nella lista dei partiti ci sono la proroga del termine del Superbonus al 110% per le villette - specificando che la percentuale del 30% dell'intervento complessivo sia riferito al complesso dei lavori e non ai singoli lavori -, ma anche la reintroduzione della cessione crediti anche a istituti diversi da banche e assicurazioni. E poi, ancora, si chiedono misure contro il caro bollette e l'ampliamento del bonus sociale per i nuclei in difficoltà. I partiti chiedono di «prevedere interventi di sostegno, del tutto simili a quelli messi in campo durante l'emergenza pandemica, per le famiglie, i lavoratori e per quella parte del comparto produttivo particolarmente colpita dalle conseguenze della crisi in Ucraina, nonché ad avviare con urgenza un confronto per l'istituzione di un Fondo energetico europeo straordinario a supporto della lotta al caro energia, al fine di garantire una maggiore autonomia sul fronte energetico». In serata Fdi recrimina per un emendamento che avrebbe stoppato la riforma del catasto: «Non è passato anche per l'astensione di Lega e Forza Italia».

Il ministro della Pa, Renato Brunetta, ricorda che il decreto a cui sta lavorando il governo servirà per estendere le misure già prese per tagliare di 25 centesimi le accise sulla benzina e per abbattere gli oneri di sistema sulle bollette. Previsti anche aiuti alle imprese colpite dall'aumento dei prezzi dei materiali e i settori esposti alle conseguenze della guerra, come l'agricoltura.

Non è un caso che ieri nel Fiscal monitor l'Fmi abbia confermato fiducia nell'Italia stimando un calo del rapporto deficit/Pil al 6% quest'anno (con debito/Pil al 148,7%) fino a raggiungere il 3% nel 2025. Intanto, volano i prezzi all'importazione. A febbraio 2022 sono cresciuti del 18,5% su base annua, avverte l'Istat. E a causa dei rincari in un anno è triplicato il deficit energetico nella bilancia commerciale italiana. L'istituto stima un passivo di 7,2 miliardi a febbraio 2022.

In 12 mesi si è passati da un avanzo commerciale di 4,7 miliardi a un disavanzo di 1,6 miliardi: «Gli acquisti di gas naturale contribuiscono - spiega l'Istat - per 10 punti percentuali al forte incremento tendenziale» dell'import (+44,9%).

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