Senza governo anche il Parlamento è in stallo. Deputati e senatori, che già hanno preso il loro posto sugli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama, in assenza di un esecutivo non possono praticamente lavorare. Come ricorda Openpolis, successe anche 5 anni fa, quando passò un mese dall'insediamento degli eletti prima che si formasse il governo Letta. La situazione è di paralisi totale, soprattutto perché alcuni organismi, importantissimi per la gestione di alcune attività, non possono di fatto partire senza che premier e ministri siano stati individuati. È il caso di realtà che come presidenti dovranno avere soggetti individuati dalla maggioranza, oppure, di altre in cui l'opposizione avrà, per prassi, un maggiore peso specifico. Ma non essendo attualmente individuabili né la prima, né la seconda, il risultato è che risulta estremamente difficile far partire l'attività parlamentare. Sono in modo particolare le 14 commissioni permanenti di Camera e Senato a risentire della paralisi istituzionale, ovvero gli organismi senza cui non si possono fare le leggi. A oggi le proposte depositate da onorevoli e senatori sono circa 700, ma senza il doveroso passaggio in commissione per l'esame nessuna di esse potrà andare avanti. Per consuetudine di due vicepresidenze una va all'opposizione, ma in mancanza i ruoli non possono essere assegnati.
E sono bloccati anche Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) e Vigilanza Rai. Allo stato attuale nei ruoli che furono di Massimo D'Alema e Giacomo Stucchi per il Copasir e dell'attuale presidente della Camera, Roberto Fico, per la Vigilanza Rai, non può essere collocato nessuno, proprio perché un'opposizione non esiste ancora.
Un fermo che non fa bene al Paese, perché rallenta le normali attività di gestione della macchina amministrativa. Secondo quanto raccontato da Openpolis, «non potendo rimanere completamente paralizzati dalla mancanza di un governo, Camera e Senato hanno proceduto alla formazione di due commissioni speciali». Uno dei primi argomenti che dovranno affrontare sarà «il documento di economia e finanza presentato dal governo Gentiloni».
Il fatto è che dalle possibilità delle commissioni speciali sono esclusi provvedimenti di conversione dei decreti legge, di autorizzazione a ratifica di trattati internazionali e molti altri.
Peraltro, i decreti attuativi delle leggi approvate con la passata legislatura sono fermi. «Purtroppo - spiega il senatore Maurizio Gasparri (Forza Italia) - finché non ci sarà un governo tutto ciò sarà inevitabile. Ma io credo - prosegue - che se ne farà uno neutro, che non avrà la fiducia del Parlamento, che stamperà le schede elettorali e a settembre oppure ottobre si tornerà a votare». Il vice capogruppo di Forza Italia alla Camera, Stefano Mugnai, chiarisce: «Chi come me viene da un consiglio regionale, dove le giornate non bastavano mai, non vede l'ora di iniziare a lavorare a regime. Io credo e spero che una soluzione si possa trovare».
Intanto, però, i parlamentari, nonostante lo stallo dell'attività, percepiscono lo stipendio. I senatori hanno già avuto 13mila euro, gli onorevoli circa 12mila. Il tutto per aver lavorato in totale, rispettivamente, 12 ore e 56 minuti, che equivale a un giorno e mezzo lavorativo e 7 sedute.
Una notizia che ha scatenato le reazioni di alcuni. «A centinaia di neoeletti - scrive Guido Crosetto (Fdi)- è arrivato il bonifico della Camera e, suppongo, del Senato. Per molti si tratta del primo bonifico di un reddito o uno stipendio, nella vita».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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