Sul balcone di Palazzo Chigi spiccano, accanto al tricolore e all'azzurro dell'Ue, i colori della Spagna: tre vessilli a mezz'asta in segno di lutto per la strage di Barcellona.
Intanto dalla città catalana arrivano le conferme di quel che si temeva, e i nomi delle vittime italiane. «L'Italia ricorda Bruno Gulotta e Luca Russo e si stringe attorno alle loro famiglie. La libertà vincerà la barbarie del terrorismo», scrive Paolo Gentiloni. Il premier ieri ha avuto una conversazione telefonica con il suo omologo spagnolo Mariano Rajoy, al quale ha espresso il cordoglio e la solidarietà di tutta l'Italia per l'attentato, assicurando «unità e fermezza di fronte al terrore, che non l'avrà mai vinta sulla libertà e la democrazia».
I terroristi sono «uomini scellerati», dice il presidente Sergio Mattarella in un messaggio di cordoglio al re di Spagna, che hanno colpito «persone e famiglie prive di ogni colpa. Hanno lacerato una comunità di tante nazionalità, inerme, fatta di innocenti. Hanno aggredito la vita e la convivenza». Ma, assicura con parole nette, «il terrorismo di matrice islamista non resterà impunito». Da Bruxelles il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani si impegna «ad accelerare i lavori della commissione speciale sul terrorismo».
E di «risposta corale dei paesi liberi» parla Silvio Berlusconi, in un'intervento in cui chiede all'Europa (cui mancano «leadership forti e autorevoli») una maggiore integrazione nella lotta al terrorismo: occorre, spiega, «una legge europea» che consenta il fermo dei sospetti e la loro eventuale espulsione, e «l'obbligo» per intelligence e polizie di «scambiarsi le informazioni». Perché «non si può restare inermi dinanzi a chi vuol distruggere la nostra civiltà». Matteo Renzi assicura che «il nostro amore è più forte del loro odio», e invoca «investimenti in sicurezza, in controlli sempre maggiori, ma anche in cultura», e in difesa «del nostro stile di vita» contro chi «ci vuole morti».
Ma la tragedia di Barcellona finisce per diventare anche occasione di scontro politico. Record di citazioni (e improperi) per Matteo Salvini , attaccato come «sciacallo» sui social e criticato dal centrosinistra per la prontezza con cui si è slanciato via Twitter con toni corruschi («schiacciare subito i vermi schifosi»), a promettere che «come politico ce la metterò tutta». Nel mirino anche Laura Boldrini (attaccata dallo scrittore Nicolai Lilin, che parla addirittura dei terroristi come suoi «amici») e con lei la sindaca di Barcellona, Ada Colau, per la linea «buonista» sui migranti. Contro la Colau si scaglia Giorgia Meloni: «Manca solo il corteo di solidarietà per accogliere i fratelli terroristi».
A difendere il «cosmopolitismo» della sinistra arriva invece Francesco Laforgia, capogruppo di Mdp: «Se non predichi la chiusura delle frontiere, e alla fine delle nostre società, sei la sinistra cedevole e non parli la lingua del popolo. Non ci sto».
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