Il Pd dà la mancetta da suk elettorale

Verso la detrazione per gli abbonamenti ai bus. I soldi agli enti locali

Il Pd dà la mancetta da suk elettorale

Roma - È l'ultima manovra finanziaria della legislatura e deve necessariamente essere spendibile (o, quanto meno, non eccessivamente criticabile) in campagna elettorale. Ecco perché alla vigilia del varo della legge di Bilancio nell'odierno Consiglio dei ministri si è cercato ogni euro utile per qualche sgravio, mancia o bonus. Il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, ha annunciato che si proverà a reintrodurre la detrazione per gli abbonamenti ai mezzi pubblici. Istituita nel 2007 dal governo Prodi e seppellita in nome dell'austerity da Monti, potrebbe nuovamente trovare spazio se si riusciranno a trovare i 70 milioni che servono per la copertura finanziaria. Si tratta di un'altra mossa elettoralistica del Pd e si aggiunge allo stanziamento decennale da 20 miliardi per investimenti nei trasporti, pubblicizzato sempre dal titolare del dicastero di Porta Pia e finalizzato, tra l'altro, alla sostituzione del parco autobus.

Non è un caso che nelle ultime ore il Partito democratico si sia dato un gran da fare per reperire risorse che tranquillizzino la riottosa platea degli enti locali (in maggioranza retti dai dem) per attutire ulteriormente i tagli alle Province. Queste istituzioni, che l'opinione pubblica ritiene estinte, sono in realtà ancora funzionanti e lamentano un taglio da 470 milioni per l'anno prossimo. Poiché i capataz locali portano voti, si cercherà di diminuire la riduzione di spesa. Allo stesso modo, si pensa ad estendere almeno per l'anno prossimo la decontribuzione del 50% sui neoassunti anche alla fascia 30-35 ani e non soli agli «under 29» come pretenderebbe Bruxelles con cui comunque bisognerà trattare.

Sempre per accontentare il maggior numero possibile di elettori si cercherà di inserire attraverso un emendamento durante i passaggi parlamentari la parziale abolizione del superticket (cioè la tassa da 10 euro su alcuni analisi ed esami) il cui costo complessivo, variabile tra i 600 e gli 800 milioni, non è interamente sostenibile dalle casse dello Stato. Anche se lievemente ridotti saranno confermati pure l'ecobonus per le ristrutturazioni a risparmio energetico e il superammortamento (che dovrebbe scendere dal 140 al 130%), mentre dovrebbe essere interamente spesato il bonus cultura per i diciottenni il cui costo è di 290 milioni. Alle trattative con i sindacati, che proseguiranno anche stamattina, saranno affidati gli interventi sul capitolo pensioni (sconto di 6 mesi per figlio fino a massimi 2 anni per l'Ape social femminile più qualche minima agevolazione per l'Ape volontaria) e su quello degli statali (aumenti contrattuali da 85 euro e aumento degli stipendi dei presidi). La copertura sarà affidata alle misure antievasione, incluso l'obbligo di Pos (vedi sopra) e a una stretta sull'Iva nel settore carburanti. L'estensione della fattura elettronica ai privati slitta al 2019 ma è probabile che ne venga cifrato l'incasso.

Pure la web tax dovrebbe trovare posto durante l'esame parlamentare della manovra, idem per le modifiche dello spesometro, andato in tilt alla fine di settembre. Il ddl di Bilancio sarà quasi certamente approvato salvo intese: il suk è destinato a proseguire.

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