Si torna ai livelli pre crisi sull'occupazione, ma cambia radicalmente il mercato del lavoro, con i contratti a termine che si confermano protagonisti assoluti. È quanto emerge dalla nota congiunturale messa a punto dall'Istat, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Inps, Inail e Anpal nel terzo trimestre. È boom dei contratti a termine mentre sono in forte calo i posti fissi. Il tasso di occupazione è salito al 58,1%. Nella nota, si legge che il risultato «è sintesi di un incremento di 81 mila posizioni a tempo determinato e di un lieve calo a tempo indeterminato (-6 mila)». Rispetto al secondo trimestre 2016, i lavori a tempo indeterminato si riducono per la prima volta dopo dieci trimestri di crescita.
Al contrario, i contratti a tempo determinato raggiunge il livello massimo (1 milione 868 mila) della serie storica dal primo trimestre 2011, con l'incidenza sul totale delle attivazioni che sale al 77,6 per cento. In altre parole, tre contratti su quattro sono a tempo. Il contrario di quello che il governo Renzi si aspettava dal Jobs Act.
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