Guerra in Ucraina

"Più prudenza nel rialzo tassi", Panetta "piega" lo spread

La Bce deve, dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, prendere "decisioni con cautela"

"Più prudenza nel rialzo tassi", Panetta "piega" lo spread

La Bce deve, dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, prendere «decisioni con cautela», perché «il mondo è divenuto più cupo e i nostri passi dovrebbero essere più piccoli». Il componente italiano del direttivo della Bce, Fabio Panetta (in foto), ha sottolineato in un'intervista a Bloomberg che la politica monetaria dovrebbe essere rimodulata in base al nuovo scenario. Le parole di Panetta e quelle del governatore della Banca del Portogallo, Mário Centeno, («Dobbiamo calibrare le nostre politiche su uno scenario vicino alla stagflazione») hanno contribuire a raffreddare le tensioni sui mercati. Lo spread tra i Btp e Bund tedeschi decennali è sceso a quota 157 in virtù delle attese rafforzate circa un ritiro più graduale dalla politica monetaria espansiva. In base alle ultime indicazioni, infatti, gli acquisti anti-crisi di titoli di Stato dell'area euro da parte della Bce (programma Pepp), già ridotti a 20 miliardi di euro mensili, dovrebbero terminare a fine mese.

Ma il conflitto russo-ucraino cambia la prospettiva. «Di fronte a queste incertezze, le banche centrali devono accompagnare la ripresa economica con politiche monetarie prudenti, calibrando i propri interventi di politica monetaria con gradualità e cautela, evitando di soffocare la ripresa, tuttora incompleta», ha rimarcato Panetta. «La drammatica aggressione in atto in Ucraina», ha proseguito, «sta ora gravando sulle condizioni della domanda e dell'offerta a livello globale, generando incertezza. In un tale contesto sarebbe imprudente vincolarsi a decisioni future prima che svaniscano le conseguenze dell'attuale crisi».

La Bce», ha assicurato, «è pronta a intervenire per spegnere eventuali tensioni finanziarie innescate dalla guerra in Ucraina e per salvaguardare la trasmissione della politica monetaria», ha concluso Panetta.

I tassi di riferimenti sono fermi a quota zero da sei anni e, secondo alcuni analisti, l'impennata dell'inflazione avrebbe potuto indurrre il direttivo guidato da Christine Lagarde a un rialzo prima della fine dell'anno.

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