Più voglia di porchetta che di politica

Alla festa di Napoli comizi semideserti. Pieni gli stand gastronomici

Più voglia di porchetta che di politica

Napoli - Poca voglia di parlare di politica ma tantissima di banchettare. Il decennale del M5a che si celebra a Napoli, negli spazi della mostra d'Oltremare si trasforma in una mega-sagra paesana. Tavoli banditi, attivisti che mangiano (a sbafo) porchetta, pizze e bevono fiumi di birra. Il clima è quello di una scampagnata di fine estate. I lunghi prati verdi della struttura napoletana offrono la cornice ideale per dimenticare la deriva che il Movimento ha imboccato nell'ultimo anno. E si prova ad allontanare anche i timori di una scissione dietro l'angolo.

L'organizzazione è identica a quella degli anni passati. Gli umori sono completamente cambiati. C'è la via delle Stelle, che raccoglie gli stand informativi delle 20 Regioni. Al centro della mostra è stato installato il palco principale. Dove si alternano i ministri dell'Ambiente Sergio Costa e della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone, della Giustizia, Alfonso Bonafede. Poi una passerella di parlamentari: Paola Taverna, Nicola Morra, Lucia Azzolina. Nel pomeriggio tocca al sindaco di Torino Chiara Appendino. Il parterre istituzionale è ricco. Manca l'entusiasmo degli attivisti. Gli spazi di confronto sono vuoti. A stento si raggiunge la quota di una cinquantina di attivisti interessati ai racconti dei big del Movimento. È deserto lo spazio riservato alla Calabria: gli attivisti locali sono in contrasto con l'ordine del capo di stringere un patto con il Pd alle Regionali.

Le amache posizionate lungo i pratoni della mostra d'Oltremare concedono la possibilità di una pennichella post braciata. Il primo a fiondarsi sull'amaca è Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Esteri che si concede un riposino (abbracciato alla compagna) post pranzo. Il più applaudito è il presidente della Camera Roberto Fico, che si intrattiene nella pausa pranzo con gli attivisti per scattare selfie e stringere mani. Neppure il numero uno di Montecitorio rinuncia al suo barbecue. Sceglie un stand isolato per mangiare un panino e sorseggiare una birra.

Non si respira l'aria di allegria all'evento Italia a 5 stelle. Anzi. Fatta eccezione per qualche nostalgico, i dissidenti vorrebbero la resa dei conti. Chiedono (invano) il palco per contestare la linea politica del capo. Pesano le assenze eccellenti dei due ex ministri Barbara Lezzi e Giulia Grillo. Di Maio fiuta l'aria. Dà forfait nella prima parte della kermesse. Arriva nel pomeriggio: alle 16 sbuca dalle retrovie del palco e si concede un giro tra gli stand. Ha poca voglia di parlare con la stampa. E di incontrare gli operai della Whirlpool che vengono bloccati fuori i cancelli. Poi cambia idea e si lascia scattare qualche foto con gli operai.

Nel frattempo, il grillino ordina di allontanare i cronisti. Ne nasce il parapiglia. Un giornalista della Rai viene letteralmente aggredito dagli attivisti. Un episodio che misura il livello di tensione che accompagna la prima giornata del decennale dei Cinque stelle.

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