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Il piddino che stana i 5S: "Stanno con Di Maio o con Di Battista?"

Il senatore del Pd Andrea Marcucci critica l'alleanza col M5S per le posizioni assunte dai grillini in materia di giustizia

Il piddino che stana i 5S: "Stanno con Di Maio o con Di Battista?"

"La giustizia è uno degli argomenti decisivi per stabilire un'alleanza". Il senatore Andrea Marcucci commenta così la recente spaccatura tra Pd e M5S sul voto che ha riguardato Matteo Renzi.

Eppure, dopo l’assoluzione dell’ex sindaco di Lodi Simone Uggetti, il mea culpa di Luigi Di Maio sembrava aver impresso una svolta garantista al M5S. Non è così?

"Io non mi sento affine ai giustizialisti. Più il M5S abbraccia quella che lei definisce svolta, più è possibile un’alleanza europeista e riformista con il Pd. Non sono d’accordo su questo punto con Letta, le intese programmatiche si fanno per l’appunto sulla base dei programmi, anche con il M5S. Oggi però non conosciamo il profilo che Conte vorrà dare al M5S. Le faccio un esempio: il M5S sarà filorusso come vorrebbe Di Battista, o quello atlantista che abbiamo sentito riecheggiare nelle parole di Di Maio ieri sull’Ucraina. Converrà con me che c’è una bella differenza".

Cosa pensa del discorso che Matteo Renzi ha tenuto in Senato?

"Ho apprezzato l’intervento equilibrato del leader di Italia Viva. Soprattutto quando ha detto che tutti devono rispettare la Costituzione. I politici certo, ma anche i magistrati".

Come giudica la linea del segretario Letta sui referendum sulla giustizia?

"Sono d’accordo sul fatto che il Parlamento debba prioritariamente fare tutto il possibile per affrontare i temi dei referendum. Sulla riforma del Csm, l’Aula è a buon punto ed il risultato è raggiungibile. Ho molta fiducia nella ministra Cartabia".

Il Pd ha votato a favore dell’election day e, almeno una parte dei dem, sembra intenzionata ad andare a votare. Lei, da garantista convinto, sosterrà i referendum?

"Io sono convinto che la politica non debba solleticare in alcun modo il vento dell’astensionismo. Quindi, si, certo, condivido l’ordine del giorno approvato alla Camera. Quanto ai referendum, vedremo dove riuscirá ad arrivare il Parlamento, e poi rifletterò liberamente".

Il quesito sulla responsabilità civile dei magistrati non è passato. Lei, alla luce dei vari errori giudiziari che incidono pesantemente sulla vita dei politici e dei singoli cittadini, pensa che il Parlamento debba legiferare su questo tema?

"Sono rimasto molto amareggiato anche dall’esclusione del referendum sull’eutanasia, che è l’unico che avevo firmato convintamente, ma i pronunciamenti della Consulta, non si commentano. La responsabilità civile è uno dei passaggi chiave da svariati decenni, e continuo a pensare che abbia una grande importanza".

Referendum a parte, Antonio De Caro, presidente dell’Anci, chiede da temo che venga modificata la legge Severino. Lei è d’accordo?

"Io ricordo che la Legge Severino fu approvata da tutti i gruppi parlamentari e non un secolo fa. Poi nella sua applicazione, sono venute fuori anche alcune preoccupanti storture".

Come valuta la Riforma Cartabia? È insufficiente oppure segna un passo in avanti?

"Si procede un passo alla volta, l’importante è che sia chiaro il traguardo finale.

Le ripeto: ho fiducia nel presidente Draghi e nella ministra Cartabia".

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