Con il Pil negativo la manovra 2020 sarà pesante

Il Cer prevede un -0,1% nel secondo trimestre. Così sarà più difficile evitare il richiamo Ue

Con il Pil negativo la manovra 2020 sarà pesante

Roma - Lo scenario macroeconomico, reso meno fosco dalla stima preliminare del Pil nel primo trimestre effetuata dall'Istat (+0,2%), non ha allontanato tutte le nubi sul futuro del sistema-Italia. Secondo il Centro Europa Ricerche (Cer), componente del panel interpellato dall'Ufficio parlamentare di Bilancio per la validazione del quadro programmatico del governo, la previsione potrebbe essere rivista al ribasso al +0,1% nella lettura definitiva, mentre per il secondo trimestre la stima, basata sugli andamenti della produzione industriale e degli indicatori qualitativi, indicherebbe una flessione dello 0,1% sia congiunturale che tendenziale.

Se queste prospettive dovessero concretizzarsi, la legge di Bilancio per il 2020 diventerà ancora più pesante di almeno 2-3 miliardi per via del pressing europeo. Come ricordato ieri dal deputato di Fi, Renato Brunetta, che ha evidenziato come per la banca d'investimento Ing, il Pil italiano dovrebbe rimanere fermo, «l'Europa è pronta a chiedere chiarimenti sull'aumento del debito e, probabilmente, ad aprire una procedura di infrazione per debito eccessivo» anche se le trattative perla formazione della nuova Commissione potrebbero rallentare l'iter. Non è un caso che il sottosegretario leghista alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, sia particolarmente preoccupato per questa possibile evoluzione e non vorrebbe che il Carroccio rimanesse invischiato in una manovra monstre da gestire con un alleato di governo poco flessibile come il M5s che si sta trasformando in una formazione sempre più osservante verso Bruxelles.

Misure draconiane peggiorerebbero una situazione già drammatica. La crisi, ha rimarcato ieri l'Ufficio studi della Cgia di Mestre, ha colpito soprattutto i giovani: in 20 Paesi europei su 28, infatti, il rischio povertà tra gli under 16 (media Ue al 24,4%) è nettamente superiore a quello riferito agli over 65 (18,2%). La situazione in Italia è ancor più drammatica.

La percentuale di minori che si trova in una situazione di deprivazione economica è addirittura al 31,5%, contro una media tra gli ultra 65enni del 22%. Nell'Unione Europea a 28 solo in Grecia, in Romania e in Bulgaria la quota di minori a rischio povertà è superiore al nostro Paese.

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