Poltrone, cariche e favori Ecco il lodo "salva Ncd"

Renzi non vuole sorprese sul voto per la legge di Stabilità. E pensa a un rimpasto per accontentare l'alleato a rischio esodo

Poltrone, cariche e favori Ecco il lodo "salva Ncd"

Roma - Quel che resta del Nuovo centrodestra non è molto ma è indispensabile al governo di Matteo Renzi. È al Senato che il premier deve giocare la sua partita più delicata, pressato dalla necessità di vedere approvata in modo indolore la legge di Sabilità.

Gaetano Quagliarello e Carlo Giovanardi hanno sbattuto la porta seguendo l'esempio della apripista Nunzia Di Girolamo e nel prossimo futuro si profilano altre possibili fughe dal partito di Angelino Alfano. Fughe che potrebbero anche trovare il loro approdo in Forza Italia.

Fabrizio Cicchitto preme per la nascita di una formazione autonoma di centro, pronto al Partito della nazione vagheggiato dal premier. «È chiaro che Ncd a questo punto deve lavorare per aggregare tutto il centro che sostiene il governo ma che non ha nessuna intenzione di entrare nel Pd», dice Cicchitto. Fatta questa aggregazione, spiega, si vedrà se esistono le condizioni per «un'alleanza politica con Renzi».

Il premier dunque deve tamponare come può l'emorragia dei parlamentari dal gruppo perché ha un disperato bisogno dei loro voti per blindare la legge di Stabilità ed i provvedimenti connessi.

Ecco che nei corridoi di Palazzo Madama già impazzano i rumors su possibili assegnazioni di cariche e poltrone. Un partita di giro che potrebbe diventare più succulenta se, come si vocifera da tempo, tra un paio di settimane Renzi procedesse al rimpastino di governo con relativa distribuzione di sottosegretariati e forse anche di paio di poltrone da viceministro.

Certamente verrà confermato alla presidenza della commissione Lavoro del Senato Maurizio Sacconi, che nelle ultime settimane ha alzato spesso la voce contro il governo sulla questione delle unioni civili ma che sembra allo stesso tempo fermamente intenzionato a tenere calda la sua poltrona in Senato. Confermato anche Roberto Formigoni, alla presidenza della commissione Agricoltura. Pare proprio che salti invece la presidenza della commissione Giustizia, affidata, guarda caso, a Forza Italia. Renzi anche in questo caso vorrebbe premiare i sopravvissuti di Alfano liberandosi dell'azzurro Francesco Nitto Palma in modo da cedere il posto a Nico D'Ascola, alfaniano. Nel giro di poltrone sarebbero coinvolti anche altri due senatori Ncd. Ad Antonio Gentile, che è il coordinatore del partito in Calabria e guida un drappello di senatori a Palazzo Madama, andrebbe uno di quei già citati viceministeri. Infine ci sarebbe un ruolo pure per il lucano Guido Viceconte che verrebbe nominato segretario d'Aula. Insomma quel poco che resta dell'Ncd finirà per annacquarsi nel Pd. In vista delle elezioni amministrative è il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, a far notare che «Ncd in Lombardia governa con noi e a Roma con Renzi: questa dissociazione politica va risolta».

Certo a proposito di dissociazione politica non c'è dubbio che il campione sia proprio Angelino Alfano.

Ieri nel premiare con la cittadinanza onoraria due donne immigrate si è arrampicato sugli specchi pur di non pronunciare «Forza Italia», usando giri di parole come «forza il nostro paese, forza il nostro tricolore, forza questa nazione». Tanto da far sorridere le due ministre presenti, Beatrice Lorenzin e Roberta Pinotti.

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