Jacopo Granzotto
Roma Italia paese di impiegati e pensionati in sovrappeso con sette giovani su dieci ancora a casa con i genitori. Fumiamo abbastanza, ma beviamo meno rispetto agli altri. È il ritratto, spesso impietoso, del Belpaese stilato dall'Istat nel Rapporto annuale. Di seguito un sunto per capitoletti.
Record negativo di nascite
L'Italia invecchia costantemente. Al 1 gennaio 2017, sono 13,5 milioni gli italiani che hanno 65 anni e più d'età, il 22% della popolazione. L'invecchiamento è uno degli aspetti demografici che contraddistinguono il nostro Paese nel contesto internazionale. La speranza di vita ha raggiunto gli 80,6 anni per gli uomini e gli 85,1 anni per le donne.
Giovani bamboccioni
Poco rosea la situazione per i nostri ragazzi: 7 su 10 tra gli under 35 sono ancora nella famiglia di origine: nel 2016 i ragazzi tra i 15 e i 34 anni che stanno a casa dei genitori sono 8,6 milioni, il 68,1% dei coetanei. Ed è ancora maglia nera in Europa per i «neet», i giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano: sono scesi a 2,2 milioni nel 2016. Si tratta della quota più elevata tra i paesi Ue.
Il Pil cresce troppo poco
Nel primo trimestre del 2017 il Pil è cresciuto dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Il confronto con l'Europa mette in ulteriore evidenza la debolezza del dato italiano. Nel primo trimestre il Pil della zona euro infatti è aumentato dello 0,5% rispetto all'ultimo trimestre 2016. In Germania la crescita è stata dello 0,6%, in Francia dello 0,3%, in Spagna dello 0,8%. A parte la Grecia (-0,1%) - il dato italiano è il più basso di tutta l'Ue.
Immigrati, romeni sempre in testa
Negli ultimi 12 mesi, l'aumento di cittadini stranieri residenti in Italia è stato il più modesto degli ultimi anni. Al 1 gennaio 2017 sono poco più di 5 milioni, l'8,3% dei residenti, con una netta prevalenza al centro-nord: rispetto al 1 gennaio 2016, l'incremento è stato di appena 2500 unità. Il trend non cambia: sono i romeni la collettività più numerosa, quasi uno straniero su 4 (il 23%), seguono albanesi (9,3%) e marocchini (8,7%).
Consumo di alcol e tabacco
Nel 2016 il 64,2% della popolazione dagli 11 anni in su dichiara di aver consumato almeno un tipo di bevanda alcolica nell'anno. Il 21,4% consuma bevande alcoliche tutti i giorni, mentre è pari al 43,2 la quota di coloro che consumano in maniera occasionale. Ma l'Italia è tra i Paesi con il più basso consumo di alcool: 6,1 litri pro capite l'anno. Valori ben lontani dai livelli di Francia (12), Germania (11), Australia (10,1) e Spagna (9,8). Dati piuttosto positivi sul fumo: in Italia l'abitudine a fumare è in diminuzione da anni (dal 21,5 per cento nel 2008 al 19,2 nel 2016).
Donne più istruite e meno occupate
Le famiglie di impiegati vedono come persona di riferimento, principale percettore di reddito, una donna in 7 casi su 10. Nonostante la «superiorità di genere» delle donne quanto a livello di istruzione nel 2016 il gap nei tassi di occupazione è ancora forte: 18,4 punti percentuali a sfavore delle donne. La quota di donne che lavorano è più alta nelle famiglie di impiegati e in quelle della classe dirigente.
Italiani in sovrappeso
Nonostante il largo consumo di frutta e verdura (in Europa ci sta dietro solo la Grecia) ci stiamo allineando ai Paesi dove la gente è in sovrappeso e in cui gli stili di vita salutari sono
direttamente proporzionali al reddito. In Italia chi vive una condizione economica e di istruzione migliore sta meglio in salute. Tra gli uomini uno su due è in eccesso di peso. Tra le donne il rapporto scende a una su tre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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