Ma il premier ostenta sempre sicurezza «Acceleriamo, i frenatori si rassegnino»

Ma il premier ostenta sempre sicurezza «Acceleriamo, i frenatori si rassegnino»

RomaO la va o la spacca. Con buona pace dei frenatori. Ma il premier si sente tranquillo e fin dall'inizio di una delle giornate più intense del suo gabinetto, l'ottimismo è spiegato al vento con sicurezza. Tanto che il primo tweet del mattino recita: «Con Italicum preferenze e singoli candidati di collegio. Spariscono le liste bloccate. Ballottaggio è garanzia anti inciucio #lavoltabuona ». E più diffusamente alle agenzie manda un comunicato un po' meno stringato. «Una giornata importante per le riforme e la legge elettorale - recita la velina di Palazzo Chigi -, non sono cose lontane dalla gente: avremo un vincitore la sera delle elezioni, mandiamo in soffitta le liste bloccate e più della metà eletti con le preferenze e il resto con i collegi. Non subiremo poteri di veto dei piccoli partiti e il governo durerà cinque anni».

L'agenda del premier era fitta come sempre ma gli incontri di ieri erano di quelli che fanno, in piccolo, la storia di questa XVII legislatura. A iniziare dall'appuntamento con Berlusconi a Palazzo Chigi. A scortare il Cavaliere c'erano Gianni Letta e Denis Verdini. L' incontro (il sesto in un anno, vale a dire dalla nascita del cosiddetto «Patto del Nazareno») era inizialmente fissato per le 9 ma è slittato di un'ora e mezza, per dar modo a entrambi i protagonisti di definire i dettagli preparatori. «Noi abbiamo fatto la nostra proposta - spiegherà poi ai cronisti sotto Palazzo Chigi Lorenzo Guerini, vicesegretario del Pd -, Forza Italia farà in queste ore le sue valutazioni». In attesa del prossimo faccia a faccia previsto per martedì prossimo.

A seguire, Renzi ha presenziato all'assemblea dei senatori del partito che si preannunciava infuocata, dopo la «formalizzazione» di una fronda guidata da Miguel Gotor, contrario ai capolista bloccati. Alla fine anche lì il premier incassa il risultato. La fronda non ha impedito che la maggioranza desse fiducia alla scelta della segreteria. «Questa è una legge - ha spiegato il premier, parlando dell' Italicum - che ci copieranno in Europa; per la prima volta diamo al partito una funzione nuova, ecco perché l'equiparazione tra segretario e presidente del Consiglio. Proporrò per questo anche una modifica allo statuto: segretario per cinque anni anziché quattro». Poi è la volta di Palazzo Chigi dove Renzi era atteso per presiedere il Consiglio dei ministri, convocato per licenziare un decreto in materia di banche popolari da trasformare entro diciotto mesi in società per azioni. Ma in conferenza stampa il tema caldo sono le riforme: «Con buona pace dei frenatori noi andiamo avanti: con prudenza, saggezza, buon senso e equilibrio. Non si può «aspettare, rallentare perchè l'Italia ha già rallentato troppo e nei campi sbagliati. È il momento di accelerare sulle riforme perché siamo qui per non perdere neanche un minuto».

Quindi la partenza per il World Economic Forum di Davos, dove questa mattina incontrerà il gotha dell'economia mondiale per raccontare la sua persona esperienza di una leadership che punta sulla trasformazione del sistema politico.

Al termine del summit, cui parteciperanno anche Hollande e la Merkel, ci sarà anche l'occasione per riparlare della candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024.

In occasione del World Economic Forum il premier incontrerà il presidente del Cio, Thomas Bach. Con Renzi, ovviamente, ci sarà il numero uno del Coni, Giovanni Malagò, insieme con il segretario generale Roberto Fabbricini.

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