Preso in ostaggio il papà di Renzi

La procura di Genova lo indaga per bancarotta fraudolenta. Matteo furioso con i pm

Matteo Renzi al Senato
Matteo Renzi al Senato

Il padre di Renzi, Tiziano Renzi, è stato indagato dalla procura di Genova per bancarotta fraudolenta. Curiosa la coincidenza di tempi: il premier annuncia la stretta finale sulla riforma della giustizia, si incaponisce a voler togliere ai magistrati alcuni dei loro faraonici privilegi - tra i quali i 45 giorni di ferie all'anno - e suo padre finisce sotto inchiesta. A occhio, ci risiamo: dal «metodo Berlusconi» al «metodo Renzi», il passo è stato più breve del previsto. In una settimana la solerte magistratura ha sputtanato il candidato che Renzi aveva scelto per guidare la regione Emilia, il super manager messo a capo della più importante e delicata azienda del Paese (Claudio Descalzi, amministratore delegato dell'Eni) e il padre. Come dire: bambino, non hai capito il segnale? E allora entriamo in famiglia, così ci divertiamo un po', esattamente come successe a Silvio Berlusconi.

Se Renzi tiene duro - e Dio voglia che sia così - può solo essere certo che non gli toccheranno i figli, in quanto ancora bambini. Sul resto, parenti, amici, collaboratori e ovviamente lui stesso, abbandoni qualsiasi certezza. Ogni giorno è buono per essere accusati di qualsiasi nefandezza. Rispetto a Berlusconi, il premier ha però un vantaggio, anzi due. Il primo: è vero che la magistratura non ha cambiato metodo, ma i pm non si sono accorti che è cambiato il vento dell'opinione pubblica, anche di quella una volta loro amica e solidale. Ora che non c'è più da abbattere Berlusconi, vedo difficile che gente allo stremo economico si stracci le vesti e scenda in piazza per difendere una casta di privilegiati che non vuole rinunciare neppure a uno dei 45 giorni di ferie e che si vendica sui parenti. Il secondo vantaggio è che all'opposizione non c'è, come con Berlusconi, gente assetata di giustizialismo e ghigliottina. La sua rivincita, questo centrodestra la vuole e la cercherà solo per via politica, mai giudiziaria.

Renzi deve sapere quindi che su questa battaglia non sarà solo. Oggi è nelle condizioni di quei padri di famiglia in cui negli anni Settanta i banditi sequestravano il parente per avere un riscatto. Non paghi, presidente.

Quella maledetta stagione criminale dei sequestri di persona finì grazie alla linea della fermezza, non a quella della trattativa. Acceleri la riforma della giustizia e salvi così e per sempre tutti gli ostaggi, parenti, amici o rivali che siano. Se lo farà, per quel che conta, avrà il nostro sostegno.

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