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Quel pressing trasversale dalla Lega al M5s. "Draghi resti dov'è, un'incognita cambiare"

L'asse per mantenere lo status quo. Attesa per la conferenza di fine anno

Quel pressing trasversale dalla Lega al M5s. "Draghi resti dov'è, un'incognita cambiare"

Sale il pressing per far restare Draghi a Palazzo Chigi. La variante Omicron ha reso più complicata l'ipotesi Quirinale per il capo del governo, ma sono le ragioni politiche più che quelle sanitarie ad aver portato nelle ultime settimane ad una convergenza trasversale sul mantenimento dello status quo a Palazzo Chigi. Anche la Lega, il partito che più di ogni altro ha candidato Draghi al Colle, ha modificato la linea. Che il governo nato per l'emergenza «continui il lavoro per cui è nato» fino a tutto marzo, cioè fino al nuovo termine dello stato di emergenza, pare la cosa più «normale» a Riccardo Molinari, capo dei deputati leghisti e fedelissimo di Salvini. Per un altro big leghista come Luca Zaia l'ipotesi che Draghi venga eletto capo dello Stato sarebbe addirittura un problema, «un cambio di governo, o ancor peggio il ritorno alle urne, aprirebbero una fase di instabilità in un periodo difficilissimo per il Paese. Non possiamo permettercelo» dice il governatore leghista, che confessa di essere «dispiaciuto» che nei progetti di Draghi ci possa essere il Colle, mentre invece «è bene che resti premier».

Ma le voci che chiedono all'ex presidente della Bce di rimanere al suo posto arrivano da più parti (e non solo dall'Italia, anche Bruxelles e Washington puntano sulla continuità). I grillini sono diventati governisti e draghiani, Di Maio docet. «Tutto ciò che riguarda lo spostamento del presidente del Consiglio avrebbe degli effetti su Palazzo Chigi e quindi sulla tenuta non solo della maggioranza, ma anche delle tempistiche in termini di realizzazione del Pnrr», dice la ministra M5s delle Politiche Giovanili, Fabiana Dadone. Se Conte è ambiguo, i grillini di governo sono invece tutti allineati. «Bisogna andare avanti con Mario Draghi» spiega la sottosegretaria M5s Dalila Nesci.

La quadra per il Pd sarebbe un Mattarella bis, con Draghi premier fino al 2023, ma il pressing sull'attuale capo dello Stato finora è andato a vuoto. Quella sarebbe stato il chiavistello con cui blindare il premier a Palazzo Chigi, mantenendo l'attuale assetto che al Pd va benissimo. Anche Forza Italia spinge, ma per ragioni molto diverse (ha un candidato per il Quirinale, Silvio Berlusconi), perché Draghi rimanga presidente del Consiglio. «Ciò di cui l'Italia ha bisogno è non avere elezioni anticipate. Su questo non ho dubbi» dice il ministro azzurro Renato Brunetta. «Io do per scontato che Mario Draghi resti a Palazzo Chigi - dice il senatore di Fi Maurizio Gasparri -. Un altro premier forse non riuscirebbe nemmeno a mettere intorno al tavolo tutti i partiti. Ecco perché la scelta di Draghi mi pare scontata». E il premier? Certo non si autocandida, anzi è infastidito quando gli si parla pubblicamente di Quirinale. Ma un messaggio, quello della conferenza stampa di fine anno, dovrà darlo.

E molti si aspettano di leggere almeno tra le righe qualcosa su quel che vorrà fare nel 2022.

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