Ha spiato per i russi per un periodo di circa venticinque anni ed è finito sotto inchiesta in Belgio, il suo Paese, per aver passato al Kgb (i servizi segreti dell'ex Unione sovietica) e al Svr (i servizi segreti nati dopo lo scioglimento del Kgb) una serie di informazioni riservate. Ma durante una conversazione intercettata dagli investigatori ha ammesso lui stesso di aver agito un po' troppo in stile James Bond.
Oswald Gantois, 63 anni, un passato da diplomatico in vari teatri, dagli Stati Uniti al Giappone, dal Portogallo all'Algeria, avrebbe fatto da spia al Cremlino passando informazioni importanti delle quali il governo russo si sarebbe servito per creare false identità e documenti falsi di copertura per i propri 007. E per inchiodarlo sono serviti una serie di pedinamenti, intercettazioni e persino il test della verità, a cui l'agente belga è stato sottoposto durante alcuni interrogatori.
Secondo Ann Fransen, procuratrice federale belga, Gantois fu reclutato nel 1985 e la sua specialità era proprio la consegna di documenti falsi e la costruzione di false identità per le spie. In cambio del suo aiuto, Mosca pare offrisse all'agente belga vino, cene e costose bottiglie di vodka. «Non annotava mai nella sua agenda quei pranzi e non ha mai tenuto un elenco dettagliato delle spese - ha spiegato la procuratrice Fransen - è la prova che fosse molto consapevole del carattere clandestino delle sue attività».
Poi il racconto di quel rfferimento all'agente più famoso della letteratura e del cina internazionali. ««Durante una delle telefonate che abbiamo intercettato - ha spiegato ancora la procura - lui stesso ha detto di aver giocato troppo a fare il James Bond ma che ogni diplomatico deve essere anche un po' una spia»
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.