Il programma assurdo di Sala: gay e felicità

Il candidato in crisi strizza l'occhio pure agli islamici

Il programma assurdo di Sala: gay e felicità

Gli ultimi sondaggi lo danno dietro allo sfidante del centrodestra Stefano Parisi ma il candidato del Pd a Milano Beppe Sala ieri si è lanciato addirittura in una mission impossible: «Voglio vincere il 5 giugno, evitando il ballottaggio». Missione girata soprattutto ai militanti accorsi al parco Sempione per ascoltare il suo programma per i prossimi 5 anni. «Asfalteremo il centrodestra sui contenuti» ha giurato. Sintetizzando molto i punti, disponibili invece nella versione completa sul suo sito. E nelle 120 pagine (a cui ha dato un contributo fondamentale Gad Lerner) colpisce l'occhio ad esempio il capitolo 25: «La ricerca della felicità nella Milano per tutti». Chiedimi se sono felice si intitolava il celebre film del trio Aldo, Giovanni e Giacomo. E se sarà eletto Sala intende creare un vero e proprio «Osservatorio della felicità». Spiega meglio nel dossier: vuole «avviare un'indagine statistica per comprendere come i milanesi declinino il concetto di felicità e quali siano le sue determinanti. Si elaboreranno indicatori composti da fattori come: valutazione della propria vita, delle relazioni sociali, dello stato di salute, uso e soddisfazione del proprio tempo libero». Sul palco l'uomo di Matteo Renzi annuncia che il suo «orgoglio sarà mettere mano in maniera radicale al tema delle periferie». Ma proseguendo nella lettura del programma si scopre che tra le priorità ci sono la nomina di un «delegato alla Memoria» probabilmente reclutato nel mondo Anpi, per valorizzare luoghi e simboli della Resistenza, o l'apertura di «uno sportello Lgbtqia (lesbian, gay, bisexual, transexual, queer, intersex, asexual), «sostegno alle famiglie Arcobaleno». Potrebbe funzionare - chissà - una figura nuova come il «Water Manager». Serve, assicura il candidato del centrosinistra sul suo programma, «un manager delle acque per attuare un cambio radicale delle politiche di gestione sostenibile delle risorse idriche». Dovrebbe occuparsi forse anche del progetto di riaprire i Navigli su cui ha scritto anche un libro, un sogno da 400 milioni di euro, accennato solo in parte nel programma. Intende invece «favorire l'apertura di luoghi di culto (ad esempio la moschea)» e una movida «libera, ecologica e sostenibile». Ecologica? Immagina zone «no plastic», dove «vige la regola del bicchiere su cauzione: viene restituita se il cliente riconsegna il bicchiere integro». Occhio agli strumenti per ridurre i 600mila mezzi privati che entrano a Milano ogni giorno: accenna a una «tariffazione di ingresso i città».

Lo sfidante Parisi ieri ha pubblicato online il suo ultimo 730, in cui dichiara redditi per 390mila 88 euro, un appartamento a Milano, due a Roma, uno a Tel Aviv (la moglie è israeliana), due immobili a Pescia Romana e azioni Swisscom per 1,279 milioni.

Sala dopo le polemiche su case e società «dimenticate» in un atto pubblico quand'era commissario Expo aveva messo online i 730 degli ultimi 5 anni e ieri ha chiesto a Parisi di fare lo stesso. «Si occupi delle sue che è meglio», la replica.

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