La proposta di Tajani alla Libia "Una lista nera degli scafisti"

Il presidente dell'Europarlamento da Sarraj: «Lotta senza pietà ai trafficanti. L'Europa si difende aiutando Tripoli»

La proposta di Tajani alla Libia "Una lista nera degli scafisti"

«Dobbiamo intensificare la lotta senza quartiere ai trafficanti di esseri umani e armi. Ho proposto, quindi, di lavorare insieme a una Lista nera che metta al bando i responsabili di queste attività criminali». Il Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, ieri in visita ufficiale a Tripoli, punta ad elaborare con la Libia una strategia comune che prevede un impegno su due fronti: la lotta ai trafficanti di esseri umani, tra i quali è altissimo il rischio di infiltrazioni terroristiche, e il sostegno al processo di stabilizzazione democratica del Paese, che potrà così assumere il ruolo di «garante per la stabilità nell'area del Mediterraneo». Una collaborazione che potrà realizzarsi soltanto grazie ad un'Europa più coesa. Dunque sul fronte interno Tajani dice no sia alla chiusura del Brennero sia all'alleanza con i paesi di Visegrad perchè la soluzione della crisi, afferma, «non può essere nazionalista». Rispetto al ruolo delle Ong l'approccio di Tajani non è troppo distante da quello del vicepremier, Matteo Salvini. Tajani è favorevole «a un censimento delle Ong» che devono comunque sempre essere autorizzate perché «non possono fare tutti quello che vogliono».

La visita in Libia di Tajani che ha incontrato sia il primo ministro libico, Fayez al-Sarraj sia il presidente del Consiglio superiore di Stato, Khaled al-Mishri, è un segnale preciso: l'Europa metterà in gioco tutto il suo peso, anche economico, per sostenere la stabilizzazione della Libia, cruciale per gli equilibri del Mediterraneo. E soltanto con l'unità dell'Europa si potranno fronteggiare le sfide future. Tajani ha anche garantito la disponibilità del Parlamento a contribuire all'organizzazione di elezioni democratiche in Libia. Un traguardo realistico, quello delle elezioni, realizzabile anche entro un anno. «La stabilità del Paese è essenziale per la stabilità dell'Africa, del Mediterraneo e dell'Europa stessa. - insiste Tajani- Per questo, dobbiamo lavorare insieme per promuovere crescita economica e sicurezza per il popolo libico». E la Libia chiede all'Europa di appoggiare la difesa dei propri confini sottoposti a sud alla pressione dal Niger e dal Ciad. «Come l'Europa, anche la Libia è vittima dell'immigrazione fuori controllo. Non vogliamo più vedere morti, nel deserto o in mare. - ammonisce Tajani- Servono più risorse Ue per la cooperazione, per il rafforzamento del controllo delle frontiere meridionali e per la Guardia costiera». E sono proprio i libici a chiedere all'Europa di muoversi in modo compatto: «di parlare con una voce unica, con un messaggio univoco che rafforzi il coordinamento di tutti gli sforzi in atto», spiega Tajani che annuncia per il 10 ottobre a Bruxelles «una giornata di lavoro sulla Libia, insieme all'Alto Rappresentante europeo per la Politica estera, Federica Mogherini».

La Ue «è pronta a fare maggiori investimenti in tale direzione, nel quadro del rifinanziamento del Trust Fund per l'Africa».

Serve un Piano Marshall per l'Africa, finanziato dal prossimo bilancio Ue», prosegue Tajani: «almeno 40 miliardi di euro per riuscire poi a mobilitarne 500 di investimenti complessivi», promettendo pure il suo impegno affinché buona parte delle risorse destinate all'Africa vadano alla Libia. «Servono 6 miliardi di euro da investire nel Mediterraneo, nei prossimi anni», conclude Tajani che la prossima settimana sarà in Niger.

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