Pure Giovanardi lascia Ncd: «Alfano ha fallito»

Roma«Lascio Ncd. Il progetto è fallito. La missione di creare un centrodestra alternativo alla sinistra non è andata in porto. Ma non torno in Forza Italia».

La creatura politica di Angelino Alfano perde ufficialmente un altro pezzo. Questa volta è Carlo Giovanardi, insieme ad alcuni coordinatori provinciali e ai presidenti di 31 circoli dell'Emilia Romagna, a dire addio a Ncd. La decisione è stata presa al termine di un'assemblea regionale in cui è stato sottoscritto un documento in cui si prende atto del «fallimento della missione e degli obiettivi alla base della nascita di Ncd, in quanto determinati a contribuire, in periferia come al centro, all'affermazione di un centrodestra alternativo alla sinistra, collegato al Ppe». Con Giovanardi a uscire sono i coordinatori provinciali Ncd di Piacenza Romano Tribi, di Reggio Emilia Cristian Immovilli, di Modena, Alessandro Lei, il sindaco di Monzuno Marco Mastacchi, i consiglieri comunali di Modena Luigia Santoro e di Rimini Eraldo Giudici, più i presidenti dei circoli.

Nel mirino c'è soprattutto il ddl Cirinnà e un costante attacco alla famiglia non più tollerabile per molti dei cattolici fino a ieri nel partito. «Con il 25% dei voti ottenuti alle Politiche, Pd e governo vogliono imporre, scavalcando l'Ncd e con i voti dei 5 Stelle, una vera e propria rivoluzione antropologica come quella del matrimonio gay, con una martellante azione di Renzi, della Boschi e del sottosegretario Scalfarotto che, addirittura, ha fatto lo sciopero della fame contro il Parlamento». Secondo gli ormai ex Ncd, «non è da meno il sottosegretario Benedetto Della Vedova che sta portando avanti una insistente campagna per la legalizzazione della cannabis, mentre il professore Serpelloni non è stato confermato alla guida del dipartimento delle Politiche antidroga sostanzialmente svuotato da ogni funzione. Rimane invece al suo posto, alla guida dell'Unar Marco De Giorgi, attivissimo nel tentare di propagandare l'ideologia gender nelle scuole, addirittura in collaborazione con il circolo Mario Mieli di Roma». È evidente che «l'arroganza del governo e del Pd è direttamente collegabile all'incomprensibile atteggiamento dell'Ncd disponibile ad accettare qualsiasi forzatura pur di non mettere in discussione la sua partecipazione al governo sino a teorizzare un'alleanza strategica con la sinistra».

Nel giorno dell'addio di Giovanardi, Maurizio Lupi - uno di quelli che non fa parte dell'ala di Ncd tentata dall'approdo nel Pd o comunque favorevole a una alleanza organica di centrosinistra - prima apre sul nome di Corrado Passera per Palazzo Marino.

«C'è una buona candidatura per il centrodestra a Milano, è quella di Corrado Passera». Poi lancia un appello (e un segnale di apertura) a Matteo Salvini: «Dobbiamo scegliere un candidato che unisca tutti e fare tutti nel centrodestra un passo indietro. Serve una coalizione credibile di centrodestra e moderati».

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