"Quando parla D'Alema ci tocchiamo...". Pisapia non si fida dei vecchi leader

La battuta velenosa di Gad Lerner, consigliere dell'ex sindaco e fondatore di «Insieme». Stretto tra le manovre di Prodi e Baffino

"Quando parla D'Alema ci tocchiamo...". Pisapia non si fida dei vecchi leader

Roma - «Quando D'Alema dice: Giuliano, tu sei il leader, noi ci tocchiamo i cosiddetti». A confidare le pratiche apotropaiche in voga ai vertici di Insieme (titolo provvisorio del suo listone di sinistra) è Gad Lerner, celebre giornalista e consigliere di Pisapia in quota Prodi. E la confidenza la dice lunga sui rapporti interni alla confusa galassia di sinistra. Sinistra si fa per dire, visto che uno dei più recenti acquisti spuntato ieri a Montecitorio è l'ex governatore Dc della Calabria Agazio Loiero, insieme a Enzo Carra (ex portavoce di Forlani) e Angelino Sanza (ex demitiano). Ma i guai per Pisapia vengono tutti da sinistra, e in particolare dal duo D'Alema-Bersani.

L'ex sindaco di Milano si ritrova ostaggio di un'antichissima guerra politica italiana: lo scontro D'Alema-Prodi. Da una parte ha il vecchio Romano che, ansioso di tornare in campo, ha bisogno che qualcuno gli levi di mezzo Renzi, e ha individuato in Pisapia lo strumento per succhiare pezzi di partito e di elettorato al leader Pd, indebolendolo. Ma preservando il governo Gentiloni e non entrando in rotta di collisione con l'intero Pd. Dall'altra ha D'Alema (e un Bersani ormai ridalemizzato) che invece vogliono il sangue subito, e vorrebbero rompere con la maggioranza sulla Finanziaria. Prodi gli spiega: «Non fidarti di quelli, vogliono rifare il Pci e comandare loro, ti portano nel baratro». D'Alema gli spiega: «Tu sei un leader (e qui si inserisce il gesto apotropaico, vista la fine che hanno fatto i leader investiti da D'Alema, ndr) ma non hai un partito e una classe dirigente di professionisti, senza di noi non riuscirai a far niente». Ieri l'aspirante leader della Grande Sinistra (con Loiero eccetera) ha passato una giornata d'inferno a Roma, alle prese con mille incontri: D'Alema, Speranza, Cuperlo che dice di voler «mediare» tra Pd e Insieme, Pippo Civati. E ha cercato di dare la linea alle truppe: per sottrarsi alla tutela dalemiana (come gli dice Prodi), ha spiegato che bisogna sostenere il governo e non fare mattane, e non inasprire i rapporti col Pd perché «molti potrebbero ancora uscire e venire con noi». Cosa che peraltro non rende esattamente felici le truppe, già intente a litigarsi i posti in lista: le chat di Mdp ieri erano piene di invettive contro la deputata Elisa Simoni, fuoriuscita dal Pd con la speranza di essere candidata in Toscana: «Ma non esiste», spiegano i toscani di Mdp.

Poi Pisapia ha proposto un «coordinamento» che veda rappresentate tutte le componenti con lo stesso peso, e quelli di Mdp si sono infuriati di essere equiparati a Civati o al verde Bonelli. «Ma senza Giuliano dove vanno? Non prendono neppure il 3%», infierisce Lerner. Infine ha spiegato che vuole un «rinnovamento» nelle liste elettorali, e non candiderà «personalità importanti ma ingombranti». Come D'Alema e Bersani, che infatti erano indignati.

Così ieri è partita una guerra di comunicati e smentite, tra ala Pisapia e ala Mdp, che fa dire a un vecchio lupo di mare come Sanza: «L'accordo non lo faranno mai, alla fine la sinistra avrà almeno tre liste e Pisapia si tirerà indietro».

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