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Quante domande mai fatte su Mps & Co.

Quante domande mai fatte su Mps & Co.

La Commissione di inchiesta sulle banche si è conclusa con un autogol da parte del Pd che l'ha voluta a ridosso delle elezioni per cercare di rimuovere le proprie responsabilità. Emergono spontanee domande che si cerca di far dimenticare. Ci sarebbe stata la crisi bancaria che si è manifestata dal 2012 se il governo Berlusconi non fosse stato defenestrato sul finire del 2011, profittando dell'attacco intenazionale contro il nostro debito pubblico, che ha messo in pericolo le banche che detenevano quote elevate di tale debito? Ci sarebbe stata la crisi bancaria del 2012, se Monti non avesse più che raddoppiato in un solo colpo il peso fiscale sugli immobili? Il mercato delle case è andato in crisi, riducendo il valore delle garanzie immobiliari dei crediti. Grandi operazioni di sviluppo immobiliare turistico si sono bloccate, generando sofferenze bancarie. Altre sono emerse nell'edilizia residenziale e in quelle delle costruzioni. Dovendo ricostituire i risparmi, le famiglie hanno diminuito la domanda di consumi. Perché la Commissione non ha indagato in modo approfondito su questi due temi e non vi dà risposta? Altri grossi quesiti sono rimasti senza spiegazione. Perché si è dovuto aspettare Gentiloni per l'intervento precauzionale finanziario dello stato di aiuto per il Monte dei Paschi di Siena, consigliato dall'Europa? Perché i governi Monti, Letta e Renzi non lo hanno fatto così come quello per le due banche venete quando la loro crisi era agli inizi? Forse perché ciò avrebbe comportato anche intervenire per Mps e mettere in luce panni sporchi? L'altro tema: perché nel decreto del «bail in» per Banca Etruria e le altre banche locali minori non è stata inserita la clausola, consentita dalla direttiva europea sul bail in, per cui i risparmiatori che hanno sottoscritto in buona fede obbligazioni di banche o vi hanno tenuto depositi di importo elevato, hanno diritto a non perdere il proprio risparmio? Il decreto per Banca Etruria e banche minori ha stabilito bensì risarcimenti, ma solo in relazione alla situazione economico sociale di chi ha perso il risparmio, non degli ingannati, a prescindere dal loro status economico. Con questa tutela della buona fede, che la direttiva europea sul bail in consente, non ci sarebbe stato il panico che si è diffuso, dal 2012 in poi, sui titoli emessi dalle banche per ricapitalizzarsi e i depositi bancari di importo elevato. E una Commissione parlamentare sulle banche allora avrebbe contribuito alla chiarezza.

Ora quella a ridosso delle elezioni, invece, chiude i battenti poco gloriosamente.

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